È una bella mattina primaverile e Pinaruti scruta preoccupata la montagna. Si chiede come mai gli Dèi siano arrabbiati col suo popolo. Infatti, da diversi mesi, la terra trema sempre più frequentemente e in modo sempre più violento.
Pinaruti ha sedici anni e vive ad Akrotiri, una delle città di Thera (l’odierna Santorini). Thera è una delle isole in cui è nata la civiltà minoica e si trova a 130km a nord della ben più grande Creta.
Siamo attorno al 1627 avanti Cristo e i minoici sono un fiorente popolo talassocratico che commercia con tutto il Mediterraneo e sono una civiltà molto avanzata per l’Età del Bronzo.
Anzi, oserei dire una civiltà all’avanguardia.
Una società avanzata
Tanto per darvi un’idea, la nostra cara Pinaruti avrebbe potuto benissimo abitare in un una casa a due o tre piani, con scale interne o esterne all’edificio, negozi, magazzini e cantine. Il pavimento a piano terra era in terra battuta mentre i piani superiori in pietra e legno. Le mura interne venivano ricoperte di intonaco e di stupendi affreschi.
Inoltre, questi edifici erano costruiti con robuste intelaiature di legno dando all’intera struttura una forte elasticità e resistenza che avrebbe permesso loro di resistere a terremoti fino al quarto grado della “scala Richter“. Tutte le case, poi, avevano molte stanze su ognuno dei piani e disposte sempre in modo apparentemente casuale. Anche nelle zone più “povere” delle città sono state trovate abitazioni con moltissime stanze, rivelando una certa uguaglianza sociale e una distribuzione della ricchezza.
Ogni abitazione e palazzo, inoltre, disponeva di un bagno privato (noi europei li avremo solo 2000 anni dopo, circa) con un sistema di scarico che usufruiva di tubi di argilla incorporati nelle mura delle case per far defluire le acque di bagni e latrine in una semplice rete di fogne che correva sotto le strade. Queste ultime erano pavimentate con grandi lastre di pietra ed avevano anch’esse dei sistemi di drenaggio.
Ma il sistema urbano non era la sola cosa a rendere i minoici “speciali”: ad esempio, la nostra Pinaruti è una donna fortunata proprio in quanto donna perché nella società minoica le donne sono emancipate e influenti.
Basti pensare che secondo un codice giuridico rinvenuto a Creta le donne avevano più diritti di qualsiasi altra civiltà, specie nella vita coniugale. Ad esempio, in caso di divorzio avevano la possibilità di recuperare l’intera dote mentre nel caso di adulterio veniva incolpato e punito solo l’uomo. Inoltre, in diversi affreschi, le donne praticano attività ginniche (come la taurocatapsia), avvalorando quanto meno la tesi di un’uguaglianza sociale.
Le sacerdotesse, però, erano le persone più influenti della società e si può tranquillamente dire che la governassero.
Il loro compito era quello di parlare con gli Dèi attraverso particolari cerimonie nelle quali è probabile che usassero lo zafferano come allucinogeno.
Chiaramente, la popolarità di una sacerdotessa dipendeva da quanto bene riuscisse a interpretare le visioni e quindi il volere degli Dèi, per compiacerli.
[spoiler]Sembrerebbe che i minoici avessero una divinità per ogni evento naturale, dal parto ai terremoti, e che la maggior parte non fosse benigna, ma piuttosto suscettibile e vendicativa.
Quindi giù a sgozzare bestie spesso si facevano rituali per calmare gli Dèi, spesso con offerte di sangue di ovini. In casi particolarmente gravi, anche di tori (considerati sacri) e uomini.[/spoiler]
L’inizio della fine
Ma torniamo a quella mattina primaverile di cui parlavamo all’inizio. Pinaruti è preoccupata e fa bene. Probabilmente ha un brutto presentimento, ma non ha idea di quanto la situazione sia davvero grave.
A causa della posizione dell’isola (si trova, infatti, sul confine di due grandi placche terrestri, quella africana e quella eurasiatica), i terremoti avvengono spesso, ma nell’ultimo periodo ne stanno avvenendo un po’ troppi e la montagna in mezzo al mare sembra irrequieta.
Per chi non lo sapesse, la montagna in mezzo al mare è in realtà un vulcano.
Il nostro nuovo protagonista è stato risvegliato da uno degli ultimi terremoti, il quale ha aperto la camera magmatica, facendo piano piano risalire la lava e facendolo iniziare a “fumare”. Il monte, quindi, si stiracchia a modo suo, con esplosioni idrotermali scatenate dal surriscaldamento delle sacche di acqua sotterranea. In pratica si formano geyser esplosivi a casaccio sul suolo dell’isola. Ma anche sott’acqua: il mare si riempie di cadaveri di pesci, uccisi dalle esalazioni di zolfo fuoriuscite dalle fratture subacquee.
E mentre i più ingenui pensano “Eh, capita”, i più accorti (tra i quali Pinaruti) si chiedono se sia davvero una cosa così normale.
Ad un certo punto, però, anche i più bonaccioni cominciano a preoccuparsi: un violentissimo terremoto (stimato del settimo grado della “scala Richter”) scuote tutta l’isola, mietendo le prime probabili vittime e rendendo la maggior parte delle case di Akrotiri inagibili.
Il vulcano comincia a fumare copiosamente, oscurando pian piano il cielo e ricoprendo l’intera isola di cenere. In pochi minuti l’enorme colonna di fumo è ben visibile anche da Creta.
La popolazione, quindi, si trasferisce in una tendopoli improvvisata, per dare modo agli ingegneri e agli architetti di valutare i danni e poi di rimettere in sicurezza le abitazioni.
[spoiler]Ad avvalorare questa tesi ci pensa il fatto che durante i vari scavi ad Akrotiri non sono stati trovati corpi, a differenza del più famoso caso nostrano di Pompei.[/spoiler]
Nel frattempo, la pressione nella camera magmatica è salita fino ad un punto critico e così il “tappo” di roccia che sigillava la camera magmatica da circa 17000 anni esplode, liberando 150 miliardi di tonnellate di magma nell’atmosfera, assieme a polveri e cenere che si stima siano arrivate fino ad un’altezza di 10km.
Mentre le sacerdotesse tentano di interpretare i segnali degli Dèi e cercano un modo per placare la loro ira, la nostra Pinaruti (e come lei altre migliaia di persone impaurite) pensano solo ad imbarcarsi frettolosamente sulle navi alla volta di Creta o delle altre isole vicine.
La situazione si è fatta piuttosto critica. Pinaruti non lo sa ancora, ma se la nave non partirà al più presto saranno tutti morti. Da quando il vulcano ha iniziato a fumare piove cenere su tutta l’isola.
Il problema più immediato è che la cenere vulcanica non è cenere normale.
La cenere vulcanica contiene frammenti minuscoli di rocce e minerali, che una volta inalati si mischiano alla condensa dei polmoni creando così una specie di cemento che in un lasso di tempo relativamente breve porta alla totale incapacità di respirare.
Inoltre, la lava sparata in cielo, raffreddatasi, ricade a terra sotto forma di pietre pomici che, per quanto leggere, da grandi altezze e in grandi quantità possono causare ingenti danni, soprattutto alle persone.
In realtà, le pomici non cadono solo sulla terra, naturalmente, ma anche il mare. Dall’immensa quantità di pomice, cenere e altre scorie caduta in mare, nei pressi dell’isola quest’ultimo è diventato una fanghiglia che mette in gran difficoltà le navi in fuga.
La fine della fine
Mentre la nostra (s)fortunata Pinaruti si trova “al sicuro” su una delle prime imbarcazioni dirette verso Creta avviene l’inevitabile.
L’eruzione di Thera è stata un’eruzione di tipo pliniano, o meglio, ultra-pliniano. Ciò significa che l’edificio vulcanico stesso è esploso, sprofondando nelle acque del Mar Egeo. E con la terra che sprofonda, il cratere si riempie di acqua, innescando la fase successiva dell’eruzione: quella freatomagmatica.
Per darvi un’idea della potenza di questa esplosione freatomagmatica, vi basti pensare che il rumore prodotto dall’esplosione si pensa abbia raggiunto all’incirca i 300dB sfondando i timpani di chiunque si trovasse nel raggio di 16km. Inoltre, la potenza di questa nuova esplosione disintegra anche quel che rimaneva dell’edificio vulcanico trasformandone i pezzi in missili mortali (i più grandi avrebbero potuto essere anche di 8t).
Come se questo non bastasse, assieme all’esplosione si creano dei flussi piroclastici che viaggiano alla velocità di 290km/h con temperature intorno ai 700°c. Ovviamente, chiunque venisse investito finiva letteralmente polverizzato. La stessa Akrotiri ne subisce gravi conseguenze: i piani superiori di quasi tutte le abitazioni vengono spazzati via dall’immensa potenza di questi flussi.
I flussi piroclastici continuano l’avanzata giungendo al mare. Qui, invece di arrestarsi, accelerano. Anche senza questa ulteriore accelerazione, probabilmente, i flussi avrebbero raggiunto molte delle navi partite troppo tardi dall’isola. Avendo accelerato, figuriamoci.
A Creta, intanto, cominciano ad arrivare le prime navi con i pochi superstiti. La nostra Pinaruti si trova fortunatamente a bordo di una di queste. Perfetto. È salva, no?
No, non lo è. Non lo è affatto.
Un altro problema creatosi in questa titanica eruzione è la quantità di materiale riversatosi in mare. Tra l’edificio vulcanico stesso, il magma, le pomici, la cenere e detriti vari, potete immaginare che la quantità è bella alta. I flussi stessi, raggiunta l’acqua si “snelliscono”, nel senso che dopo qualche chilometro i materiali più grossi e/o pesanti finiscono per affondare, mentre quelli più leggeri rimbalzano sull’acqua continuando la loro corsa.
Visto che da bravi Nerd™ sappiamo benissimo cos’ha affermato il buon Archimede, sappiamo anche il risultato di tutto questo materiale in acqua:
Tsunami come se
non ci fosse un domani.
E ho fatto anche la rima senza pensarci prima.
Le barche che erano abbastanza lontane per non essere investite dai letali flussi piroclastici, quindi, sono state investite dagli altrettanto letali tsunami.
Onde alte fino a 20m si sono abbattute su buona parte della costa nord di Creta per ore, se non per giorni, uccidendo solo lì 30’000 persone.
Curiosità
- La nube di polvere e ceneri fece calare il buio su tutto il Mediterraneo. Le temperature precipitarono e le piante arrestarono la loro crescita per diverse settimane in un raggio da Santorini a Londra.
- Pietre pomici sono state trovate a Creta fino a 8km nell’entroterra, rivelandoci i dati sugli tsunami che vi ho esposto sopra.
- Studiando i fondali marini intorno a Santorini sono state individuate le tracce dei flussi piroclastici in un raggio di 32km dall’isola, raggiungendo uno spessore di 80m.
- L’eruzione minoica è sicuramente l’eruzione più potente e letale a cui l’uomo abbia mai assistito durante la sua vita su questo pianeta.
- Tre volte più potente di quella del Krakatoa e cento volte più di quella del Monte Sant’Elena.
- L’energia rilasciata da Little Boy su Hiroshima fu di circa 16 chilotoni. L’energia rilasciata dal vulcano di Santorini fu di almeno 600 megatoni (600’000 chilotoni).
- La società minoica è sconvolta e fatica a mantenere la sua talassocrazia. Avvengono anche sacrifici umani per placare l’ira degli Dèi.
- I micenei sottomettono e inglobano (in parte) i minoici e la loro cultura.
- La catastrofe si tramanda di generazione in generazione.
- Intorno al 400 a.C. il filosofo Platone si ispira a questa tragedia per descrivere la società ideale di Atlantide.
Thera e Atlantide
Chi conosce un minimo in dettaglio le storie di Thera e di Atlantide, non può certo fare a meno di notare le innumerevoli somiglianze sia tra le due società (minoica e atlantidea) sia sul modo in cui sono prematuramente scomparse dalla faccia della Terra.
Giusto per farvi qualche esempio:
- Platone scrisse di grandi tori che vagavano nei templi di Atlantide e il toro è al centro della cultura religiosa e simbolica minoica;
- Platone descrisse Atlantide come un’isola formata da anelli concentrici di terra e di mare e la forma di Thera era esattamente questa (anche se aveva due soli “anelli” di terra e uno di mare);
- Secondo Platone, i porti di Atlantide erano sempre pieni di mercanti provenienti da ogni luogo e, come abbiamo visto, i minoici avevano una talassocrazia totale del Mediterraneo;
- Platone descrive gli atlantidei come un popolo in cui tutti gli abitanti avevano una ricchezza inimmaginabile e noi sappiamo che la società minoica godeva di un’uguaglianza sociale e di una ricchezza distribuita;
- Atlantide, dopo terremoti e mareggiate, in un giorno e una notte, scomparve negli abissi. Le sorti di Thera furono esattamente queste, bene o male, anche se l’isola sprofondò solo per metà;
- L’isola di Atlantide, inabissandosi, avrebbe lasciato le acque “impraticabili e inesplorabili” a causa dei bassifondi di fango che avrebbe creato. I fondali intorno a Thera e la dinamica del disastro ci suggeriscono che sia successo esattamente questo anche lì;
- La società atlantidea scomparve per colpa di questo disastro immane. La tragedia di Thera avviò il declino della società minoica, avendo minato gravemente sulla loro talassocrazia.
Quindi, sapendo anche che Platone si immaginò Atlantide per spiegare una sua utopia di società ideale, non è affatto difficile pensare a cosa sia ispirato in realtà.
Lascio a voi decidere delle sorti della nostra cara Pinaruti.
Mi raccomando.
- Eruzione minoica (wikipedia.it)
- Santorini (wikipedia.it)
- Civiltà minoica (wikipedia.it)
- Colata piroclastica (wikipedia.it)
- Indice di esplosività vulcanica (VEI) (wikipedia.it)
- Atlantis (docudrama dal quale ho preso la ricostruzione a computer dell’isola e parecchi dati. Consigliatissimo.)
- Video dimostrazione dei flussi piroclastici (La BBC, in un documentario ne aveva fatto uno molto più accurato e “grande”, ma non sono riuscito a trovarlo da nessuna parte.)