Siamo stati abituati dal cinema americano a identificare come apocalisse un evento catastrofico e distruttivo che da un giorno all’altro dimezza la popolazione mondiale e distrugge la terra per come la conosciamo. Ma ci sono apocalissi molto più insidiose, quelle che silenziosamente usurano il nostro mondo a poco a poco, distruggendolo senza che ce ne accorgiamo.
Da questo spunto nasce Bloom, un ultracorto realizzato dalla 4Bit Animation Studio e premiato da Wired come corto più originale al Festival Internazionale del Film di Roma 2014.
Ve ne consiglio la visione prima di proseguire con l’articolo (magari un paio di visioni) per poterlo assaporare a pieno senza rovinarvelo con una barbosa analisi!
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La barbosa analisi
Insomma: se la tendenza a chiudersi nei mondi digitali dei social network prendesse sempre più piede e le persone si dimenticassero della “realtà reale” assisteremmo ad una sorta di apocalisse silenziosa, alla nascita di un’umanità “matrixata” che si inganna di essere felice in un mondo inesistente, lasciando che quello reale si spenga e muoia.
Il corto è realizzato perché lo spettatore viva le sensazioni del protagonista in tre fasi attraverso visioni ripetute:
- Alla prima visione la sensazione è di confusione, tanti elementi in pochissimo tempo. Come la confusione del protagonista a cui cade di mano il cellulare e riapre gli occhi in un mondo che non conosce.
- La seconda visione fa comprendere quello che accade, e la confusione lascia il passo all’opprimenza di un mondo grigio, tanto popolato quanto silenzioso.
- Poi ci si chiede il perché del titolo: Bloom. In inglese tra i vari significati ha quello di “germogliare”, e lascia intendere che il protagonista ha l’opportunità di essere il germoglio che riaprirà gli occhi alla società e ricolorerà il mondo.
All’occhio più attento potrebbe addirittura capitare di intravedere un importante elemento nascosto che lascia immaginare gli sviluppi futuri che il corto non mostra.
Uno spunto di riflessione
A ben pensarci non parliamo di un futuro così lontano dalla nostra realtà. Basta guardare certe indicazioni apparse da poco sulle strade cinesi e riportate da instagramersitalia.it.
Ma è giusto demonizzare la tecnologia e la rete o la colpa è anche nostra?
In fondo la tecnologia è un mezzo molto potente e come insegna zio Ben “da grandi poteri derivano grandi responsabilità”. Non è forse vero che spesso noi per primi, molto irresponsabilmente, ci facciamo assorbire dagli agi e dalle semplificazioni che la tecnologia ci offre e ci lasciamo trascinare dalle forti correnti della rete senza “leggerne prima il libretto d’istruzioni”? Rischiamo così di fare la fine di uno Spiderman che appena punto dal ragno e senza allenamento va in cerca dell’intera cricca dei suoi super cattivi!
Insomma stiamo attenti ai rischi, o ci ridurranno a spezzatino di ragno!