Lo so, lo so, è un po’ che Bonsaikitten latita dalle pagine di Lega Nerd, ma non è colpa mia, sono stato rapito dagli alieni…
Bando alle ciance… qui sotto due belle bufalotte tutte per voi, oggi si parla di social virus spammoni e kebab.
L’incidente a Disneyland Parigi
No, non c’è stato, ma quello che c’è sicuramente stato è il solito giochino acchiappalike. Tutti i vostri amici che hanno condiviso il finto video di un finto incidente a Disneyland Parigi (che si chiama EuroDisney, ma non fatelo sapere ai creatori del falso video) hanno sicuramente dato (inconsciamente) il like a una delle migliaia di pagine truffaldine che girano su Facebook!
Spero vivamente che uno di quei like sia andato su pagine di dubbio gusto, perché chi clikka video a caso merita di esser fan di pagine così.
Che so una bella bacheca dedicata alla coprofagia… ecco di quella sarebbe bello diventassero fan inconsci in milioni di uTonti, forse quando si rendessero conto che tutto questo è controproducente smetteranno di clikkare a caso su link del cacchio… (anche se ci spero pochissimo)!
Caro uTonto che condividi questa robaccia, sappi che ogni volta che clikki il tastino share un gattino perde il pelo e un cucciolotto viene buttato nella macchina per fare i wurstel.
Avevo già parlato di AcchiappaLike truffaldini svariate volte, ma evidentemente i vostri amici sono duri di comprendonio!
Oltretutto in questo caso la pagina da cui parte il tutto sarebbe anche denunciabile visto che fa finta di esser parte di BuzzFeed:
Per amore vostro sono andato a vedere. Dovevo farlo, così so che pagina ora ha il mio like non autorizzato… si tratta di un’azienda che fa infradito e che ha una bella paginetta nuova nuova che ha totalizzato oltre 37000 likes in due giorni.
I kebab con la carne di topo?
Avevo già parlato di kebab qui su Lega Nerd, ma la disinformazione in merito è dilagante…e un piccolo articoletto del Telegraph ha generato nuove bufale circolanti sul web italiano:
Alcuni studi realizzati dalla Food Standards Agency e da altre associazioni dei consumatori in Inghilterra hanno stabilito che il Kebab che viene venduto nel paese non contiene sempre e solo agnello, ma anche carne di origine sconosciuta.
I piatti che venivano serviti come agnello erano in realtà composti anche maiale, manzo, pollo, tacchino o carni che non sono state identificate, senza che sia stato possibile capire se vi era la presenza dell’agnello o di altro.
L’indagine realizzata, ha mostrato che su 60 Kebab che vengono spacciati per agnello, 17 erano stati realizzati mischiando anche altri tipi di carne mentre 5 presentavano una materia prima non identificabile. Un altro studio, che ha analizzato 145 campioni di Kebab, ha determinato che 43 di questi non erano stati cucinati esclusivamente con agnello.
Lo studio è lo stesso di cui parlavo nella sbufalata originale poco più sotto. Ma siccome la notizia di quello studio è vecchia ci doveva esser qualcosa di nuovo, eh si, c’è un articolo (divertente) del Daily Telegraph inglese che è uscito invece solo pochi giorni fa, e i nostri eroi giornalari da li hanno attinto a piene mani:
Diffusa la notizia, è stato interpellato il vice ministro britannico Nick Clegg, a cui è stato chiesto in onda sulla radio LBC se esiste la possibilità che al posto dell’agnello siano state usate carni meno costose, come quelle di cani, gatti o topi, come riportano diversi quotidiani internazionali, tra cui il The Telegraph.
“Certo che mi preoccupo se stanno vendendo spiedini di ratto. Penso che le autorità sanitarie dovrebbero iniziare a lavorare su questo”, ha detto Clegg, mentre il governo ha una procedura ufficiale di analisi per approfondire la vicenda.
Ma si tratta di una traduzione italiota del testo del Telegraph che riportava le parole di Clegg con toni abbastanza ironici:
The Deputy Prime Minister “very concerned” at suggestions rodents are being put in kebabs, after study finds lamb is replaced with unidentifiable meats…
…Asked on LBC Radio if he was concerned at the prospect of dogs, cats or rats appearing in kebabs, Mr Clegg said: “Of course I am.”
“I’d be very concerned by that. I’d expect the health inspection authorities to look into this.”
Mr Clegg said the last fast food he ate was a McDonalds cheeseburger last weekend on an M1 service station.
Asked by host Nick Ferrari whether he decided to “go large” – meaning, request a larger portion of fries and soft drink – Mr Clegg said: “What do you mean, go large?”
He added: “I had a meal deal if you really must know.”
The Deputy Prime Minister said he is “allowed” kebabs but has not eaten one “in a while”.
Che tradotto grosso modo dice così:
Il vice primo ministro (si è mostrato) “molto preoccupato” all’ipotesi che dei topo siano usati nei kebab, dopo lo studio che ha rilevato l’agnello venire sostituito anche con carni non identificabili …
… Alla domanda su LBC Radio se fosse preoccupato per la prospettiva di cani, gatti o topi usati negli spiedini, Clegg ha detto: “Certo che lo sono.”
“Sarei molto preoccupato da questo. Mi aspetto le autorità di controllo sanitario a guardare in questo. ”
Clegg ha detto che l’ultimo fast food che ha mangiato era un cheeseburger di McDonald lo scorso fine settimana in una stazione di servizio M1…
…Il vice primo ministro ha detto che (dalla sua dieta) è “permesso” mangiare kebab, ma non ne ha mangiato uno “da un po'”.
I punti chiave sono l’uso del virgolettato (anche nell’originale del Telegraph) e l’uso del condizionale nella risposta di Clegg alla domanda di LBC.
Non è vero che Clegg ha dimostrato apprensione e ha rilasciato dichiarazioni, no, Clegg mentre era intervistato dalla LBC ha ricevuto una domanda in merito, e da bravo politico invece che concludere con un “ma che cacchio di domanda è questa?” è stato sulle sue, dicendo che è ovvio che sarebbe preoccupato dalla possibilità di cani gatti e topi negli spiedini inglesi…chi non lo sarebbe.
Ma la frase non sta a significare: “Si è vero si trovano cani gatti e topi nei kebab inglesi”. Ripeto, una testata (registrata al Tribunale di Trapani) dietro cui si cela un gruppo pubblicitario non è interessata a fare informazione nemmeno da lontano, ma solo monetizzare sul livello di uTonti che girano sul web.
Condividere le loro notizie è fare il loro gioco, e più lo si farà più ne arriveranno di nuove. Questo è un cancro per la rete, un cancro che andrebbe estirpato sul nascere.