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Legenda:
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Lo [b][url=http://en.wikipedia.org/wiki/Human_microbiome_project]Human Microbiome Project[/url] (HMP)[/b], iniziativa del NIH (USA), è il progetto che punta a identificare e caratterizzare i microrganismi ed il loro rapporto con lo stato di salute e di malattia dell’uomo. [b]5 anni, 115 milioni di $[/b].
Il [url=http://en.wikipedia.org/wiki/Human_flora#cite_note-texas-0]microbioma[/url] può essere definito come la somma dei geni tutti i microorganismi presenti in un determinato organismo.
I microrganismi del microbioma umano possono essere batteri, archea, funghi, protozoi, elminti e virus (tra cui anche batteriofagi, che infettano lo stesso microbioma).
Perché è importante conoscere bene tutti i microrganismi che vivono su/con noi?
Su/dentro di noi vivono più cellule batteriche che cellule del nostro organismo ([b]10:1[/b]), per un peso stimato di [b]qualche chilogrammo[/b].
Il 99,9% dei microrganismi che ci popolano sono innocui e anzi noi beneficiamo della loro presenza.
Microrganismi vivono su tutta la superficie della nostra [b]pelle[/b], dove contribuiscono a proteggere la pelle dalla proliferazione di altri microrganismi “cattivi”. Lo stesso avviene a livello di tutte le cavità: [b]bocca, vagina e urogenitali, naso, polmoni[/b].
La [b]flora intestinale[/b] sappiamo essere molto importante per il corretto funzionamento dell’intestino, per il sistema immunitario, per l’assunzione di alcune vitamine come la biotina e la K.
Topi presi alla nascita e cresciuti in totale sterilità, che quindi non sviluppavano la flora microbica, sono risultati deboli e immuno-deficienti.
Molte malattie sembrano correlate con sbilanciamenti del microbioma: [url=http://www.physorg.com/news198838639.html]obesità[/url], buona parte delle malattie intestinali, ulcera, carie, infezioni della pelle. In particolari molte malattie batteriche e micotiche si sviluppano più facilmente quando non trovano i nostri microrganismi “amici” a contrastarle.
Potremmo quasi dire che l’uomo “completo” è composto in piccola parte anche da microrganismi simbionti, che aiutano il nostro metabolismo e le nostre difese immunitarie (come ci insegnano le pubblicità).
Un recente [url=http://www.sciencedaily.com/releases/2009/11/091105143725.htm]studio[/url] ha visto che ogni persona ha una flora intestinale dalla composizione unica e personale. Una specie di profilo individuale, carta d’identità. Anche gemelli che vivono insieme, mangiano le stesse cose e hanno uguale stile di vita, sviluppano flora intestinale diversa.
Lo HMP punta a identificare tutti i microrganismi che ci popolano e sequenziarne il genoma. Si usa una tecnica chiamata [url=http://en.wikipedia.org/wiki/Metagenomic]metagenomica[/url] e sviluppata, tra gli altri, da [b]Craig Venter[/b]. Si prendono tutti i microrganismi (senza separarli e coltivarli, che è la parte impossibile viste le migliaia di specie diverse), si frullano, si prendono i DNA mescolati a caso, si sequenzia tutto il DNA che si trova. Si ottiene un macello di sequenze che sta ai poveri bioinformatici riassemblare sui modelli di DNA già conosciuti e ipotizzare le nuove specie.
Sito dello [url=http://nihroadmap.nih.gov/hmp/]HMP[/url].