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Considerato che devo ancora attendere qualche giorno prima di vedere il remake di Robocop e non riesco a tenere a freno le mie dita sulla tastiera ho deciso di parlare di una delle pellicole che hanno segnato la mia infanzia.

Chi come me è nato a metà degli anni settanta si sarà trovato almeno una volta  a passare le piovose domeniche pomeriggio autunnali all’interno di cinema parrocchiali che proponevano seconde visioni della precedente stagione cinematografica.

Su quegli scomodissimi seggiolini di legno rigorosamente scheggiato, armato di una manciata di rotelle haribò (5 rotelle 100 lire! e poi dici che la crisi è alle spalle!!!) e di un bicchiere di spuma ho assistito a film che volenti o nolenti sono rimasti impressi nel mio subconscio e che una volta rivisti hanno avuto il pregio di essere riusciti a suscitare le sensazioni di stupore e di meraviglia già vissute in passato.

Inizio lo spazio parlando di Howard e il Destino del Mondo (Howard the Duck), film del 1986 diretto da Willard Huyck.

E’ inutile far giri di parole, questo film è stato un vero e proprio insuccesso al botteghino!
comic-howard-the-duck-magazine-7Con un bilancio di produzione pari a 36ml $, il film ha incassato in totale poco più di 10ml $ su scala mondiale.

Frutto di una travagliata lavorazione Howard the Duck ha tentato di portare sullo schermo le avventure di un fumetto Marvel finendo con lo snaturare quasi del tutto il personaggio creato da Steve Gerber e Val Mayerik.

Inizialmente il progetto prevedeva la realizzaizone di un film di animazione politically uncorrect da contrapporre al caro vecchio Donald Duck di cui Howard costituisce la nemesi non ufficiale.

Problemi di budget, ma soprattutto di scarso interesse da parte degli sviluppatori, portarono alla decisione di realizzare un live action movie coinvolgendo nella realizzazione George Lucas.

Questi, reduce dal successo de Il Ritorno dello Jedi e dai vari spin off che di lì a poco ne sarebbero seguiti, sembrò la persona più adatta cui appoggiarsi per la realizzazione di una pellicola che prevedeva il largo impiego di persone piccole ricoperte da make up elaborati (leggasi nani in costume).

Si decise sin dal principio di modificare il carattere rude e volgare della controparte cartacea

Avuto l’appoggio di Lucas e della sua Industrial Light and Magic, Willard Huyck assieme alla produttrice Gloria Katz, iniziò a dedicarsi alla stesura della sceneggiatura. Purtroppo anche in questo caso il lavoro non fu assolutamente semplice visto che si decise sin dal principio di modificare il carattere rude e volgare della controparte cartacea  optando per qualcosa che potesse risultare più adatto ad un pubblico di bambini (è facile che Lucas abbia influito sulla scelta!).

La prima stesura prevedeva l’ambientazione alle isole Hawaii perchè secondo Huyck “sarebbe stato divertente girare lì” (e in parte non si riuscì ad abbandonare l’idea di un isola vulcanica nemmeno nel soggetto definitivo). In questa fase iniziale non era previsto il preambolo a motivazione della presenza di un papero antropomorfo sulla terra, mancanza che portò a scartare definitivamente il soggetto.

Si optò quindi per un soggetto differente, incentrato più sulla commedia e il romanticismo con un tocco di sci-fi e venne fuori la sceneggiatura definitiva.

Il papero alieno Howard viene  prelevato da una forza invisibile dal proprio appartamento nel pianeta Duckworld finendo a Cleveland.

Fortunatamente in suo aiuto accorre la cantante rock Beverly (Lea Thompson) che cercando di capire come far tornare Howard sul suo pianeta lo mette in contatto col dottor Jenning (Jeffrey Jones) e il suo assistente Phil (Tim Robbins).

Purtroppo la forza invisibile nel prelevare Howard ha trascinato con sé anche uno degli Occulti Super Sovrani dell’Universo, alieni intenzionati a distruggere la Terra e sarà compito del papero riuscire a salvare il pianeta dall’invasione aliena.

Stabilita la trama si iniziò con la selezione del cast artistico e ancor prima di occuparsi del papero fu necessario trovare il giusto gruppo di comprimari che, data la limitatezza degli effetti speciali del periodo, riuscisse a dar maggiore spessore alla trama.

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Fu necessario trovare un’attrice in grado di portare sullo schermo un altro personaggio del fumetto, Beverly Switzler, la controparte umana di Howard. Il ruolo fu inizialmente proposto ad un’allora sconosciuta Tori Amos, ma la scelta definitiva ricadde su Lea Thompson già nota per aver interpretato Lorraine, la madre di Marty Mc Fly in Back to the Future.

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Per il ruolo dello scienziato Dr. Jenning fu invece scelto  Jeffrey Jones noto caratterista del tempo (attivo anche in Beetlejuice e in Ed Wood, entrambi di Tim Burton).

Infine serviva un nerd, la macchietta comica cui affidare il ruolo di spalla di Howard e per il ruolo fu scelto un semi sconosciuto Tim Robbins perché particolarmente adatto a livello estetico. Determinati i ruoli dei comprimari fu la volta di stabiire chi avrebbe vestito i panni di Howard.

Dopo un tentativo iniziale che aveva previsto il coinvolgimento di attori bambini, lo stutnman Ed Gale, in origine ingaggiato come controfigura, fu la scelta definitiva.

La produzione si rese immediatamente conto dei limiti dati dall’utilizzo di un attore in costume

 

Durante le riprese la produzione si rese immediatamente conto dei limiti dati dall’utilizzo di un attore in costume: non fu sempre possibile coprire i difetti del make up con scene in notturna perchè la maschera di Howard limitava moltissimo la visuale di Gale e, come se non bastasse,  ci si rese conto che sarebbe stato impossibile utilizzare il parlato dell’attore, impercettibile ai microfoni a causa di tutta la gomma piuma che lo avvolgeva.

Questo inconveniente portò alla scelta di un doppiatore che riuscisse a dare maggiore carattere al peronaggio e, dopo un cast preliminare in cui vennero provinati tra gli altri un giovane John Cusak e Martin Short, si optò per Chip Zien, attore televisivo del periodo specializzato in ruoli per lo più brillanti.

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Venne impiegata una notevole parte del budget solo per girare l’introduzione del film

La lavorazione del film evidenziò altre problematiche legate alla realizzazione di Duckworld, il pianeta d’origine di Howard. Il set, comprendente un appartamento dettagliato, il pianerottolo di un condominio, un paio di altri due ambienti domestici e una strada, comportò l’impiego di numerose comparse con conseguente sviluppo di separati costumi.

Sebbene non tutti indossassero una maschera comandata mediante sistema animatronics venne impiegata una notevole parte del budget solo per girare l’introduzione del film. Wikipedia segnala anche che per cancellare i cavi che tenevano sospesa la poltrona su cui Howard è seduto mentre viene catturato dal raggio traente venne  impiegata tecnologia digitale.

Chiaramente tutti questi accorgimenti non fecero altro che elevare le spese di realizzazione del film gravando incredibilmente sulla pellicola.

Non tutte le riprese di Howard furono eseguite mediante l’impiego di un attore in costume. Per girare certe scene si dovette ricorrere a marionette mosse da burattinai nascosti sotto al pavimento utilizzando la medesima tecnica impiegata per animare il Maestro Yoda di Guerre Stellari.

In approfondimento la foto di quel che resta oggi di uno dei fantocci di Howard.

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Anche l’oscuro signore dell’universo richiese molti tentativi prima di essere portato degnamente sulla pellicola.

Si optò per l’utilizzo della tecnica stop motion, ma l’elevato dettaglio dle modellino richiese notevoli sforzi agli animatori che dovettero ultimare le riprese in fretta e furia per riuscire a lanciare il film sul mercato statunitense per l’estate del 1986.

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Il problema dell’ìinsuccesso di Howard the Duck è però solo in parte legato a problemi di budget, pare infatti che il film non fu accompagnato da una corretta campagna pubblicitaria e che molte delle magagne incontrate sul set da regista e tecnici trapelarono prima dell’uscita nelle sale scoraggiando così parte degli spettatori.

In più dalle poche anticipazioni mostrate si capì immediatamente che la pellicola aveva poco a che fare con il fumetto, aspetto che indubbiamente deve aver contribuito a sacrificare quella piccola parte di pubblico di fan su cui la produzione faceva conto.

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La pellicola si è guadagnata un razzie awards come peggior film

Howard the Duck fu un incredibile insuccesso, oltre a portare a casa nemmeno un terzo delle spese impiegate per la realizzazione la pellicola si è guadagnata un razzie awards come peggior film e per anni è stata oggetto di commenti negativi da parte di fan del fumetto e di critici cinematografici.

Nemmeno il poco merchandisin riuscì a colmare la perdita causata alla Universal da questa pellicola. Sul punto peraltro segnalo che esiste (e ne sono fiero possessore) un videogame per Commodore 64 realizzato nel 1986 da Activision e si tratta del primo videogioco che sono riuscito a terminare.

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Personalmente ho letto solo una storia della serie e la differenza con il film è abissale. Il fumetto è molto ironico, maturo e con espliciti riferimenti al rapporto tra Howard e Beverly (cui la pellicola fa un cenno), eppure trovo che il film abbia un che di unico al pari di tante produzioni di quegli anni.

Howard e il Destino del Mondo è una miscela di commedia, musica e fantascienza fatta di attori reali, gente in costume e creature in stop motion che ancora oggi colpisce per l’inventiva degli ideatori. Un film come questo si apprezza oggi più di ieri proprio per l’ingenuità di certi effetti e la genialità con cui si è dovuto suppllire ale mancanze del budget.

Da un paio di anni si sente parlare di un possibile reboot del personaggio e  le tecnologie odierne potrebbero permettere risultati eccellenti ma se come me siete amanti di un cinema un po’ artigianale credo che una pellicola come questa non possa mancare nella vostra videoteca, oltretutto da poco è presente un dvd o bluray in edizione italiana curato dalla Pulp Video la cui qualità è tutto sommato accettabile.