Questa volta parleremo di come sono organizzati i sistemi di tassazione nel mondo. Sarà un articolo discorsivo, per dare concetti utili anche in eventuali articoli successivi.
Ci sono zilioni di entità tassabili per i più diversi motivi, che possono cambiare nel corso del tempo: ad esempio in Italia ci sono delle accise sulla benzina che risalgono alla crisi di Suez (1956) e alla guerra in Etiopia (1935-36) :troll:
Possiamo però fare alcune approssimative tassonomie dei tipi di tassazione applicati nel mondo. Di seguito saranno usati termini in inglese per generalità.
Entità tassabili
Per entità di applicazione, i tributi si possono applicare a:
- Aziende (Corporate), es. l’IRES o l’IRAP;
- Persone fisiche o giuridiche (Individual) es. l’IRPEF;
- Transazioni (VAT o Sales), ad es. IVA, accise, tasse doganali;
- Proprietà (Property, you don’t say?), es. IMU;
- Paghe (Payroll), in Italia associate al “cuneo fiscale” (tax wedge)
In realtà il cuneo fiscale è la differenza tra quanto si vorrebbe prendere di una merce e quanto se ne può ottenere per effetto della presenza di tasse.In Italia il termine è entrato nell’uso comune come il rapporto tra i tributi applicati al lavoro e il costo del lavoro stesso, ma è una definizione un pò limitante – riguarda solo il bene “lavoro”, mentre potrebbe essere applicato a qualunque bene.
Nel grafico sopra, il tax wedge è il triangolo grigio, cioè quanto cala la domanda all’aumentare delle tasse.
In assenza di tasse la domanda (demand) e l’offerta (supply) si incontrano nel puntp (Q*, P*). Quando le tasse aumentano, generalmente questo aumenta il prezzo del bene – o anche solo riduce la disponibilità di denaro per acquistarlo, quindi la domanda calerà.
La nuova intersezione sarà nel punto (Qt, Ps), che se non ci fossero state tasse sarebbe stato il punto (Qt, Pc). I tre punti nominati sono i vertici del cuneo fiscale, cioe’ la differenza tra quanto si sarebbe potuto comprare di quello stesso bene con o senza tasse.
Introiti tassabili
I tipi di tributi sopra indicati si possono applicare al reddito (income) o ai guadagni (revenues).
È possibile anche tassare la ricchezza (wealth) – cioé quel che resta dopo aver pagato le tasse. L’uno non esclude l’altro: ad esempio l’IRAP è l’imposta che pagano le Attività Produttive sul loro reddito (income), l’IRES lo pagano sui guadagni (revenues).
Se non diversamente specificato, si intende che i tributi sono applicati all’income.
Definizioni
Per evitare confusione, diamo delle definizioni. Sono approssimative e generaliste, per cui non cercate il pelo nell’uovo per favore:
Il reddito è il concetto più generale: si tratta del denaro che entra nelle tasche in un certo periodo (di solito detto flusso o flow), ed è divisibile in guadagni, retribuzioni o rendite.
Il guadagno è la differenza tra costi e ricavi di una attività economica, cioè una attività che muova dei soldi.
La retribuzione è il pagamento di un lavoro svolto: la distinzione con il guadagno è essenzialmente nel bene coinvolto (il solo lavoro).
La rendita è un reddito derivante dalla proprietà di beni o attività scarsi o comunque più richiesti di eventuali alternative (costo opportunità), per cui potete chiedere soldi solo per il fatto di averli, e a volte anche per permettere a qualcun altro di usarli :troll:
La distinzione non è peregrina: esistono rendite dette di posizione, cioè che permettono di guadagnare anche solo per la posizione che si ricopre, quindi essendo pagati (di più) per il semplice motivo di avere un bene scarso.
Tendenzialmente accade quando il numero di queste posizioni è limitato, e/o diventano passaggi (naturalmente o artificialmente) obbligati per ottenere un servizio.
Questo non implica che gli attori di cui sopra non svolgano una funzione utile: semplicemente, con una diversa regolamentazione o senza una limitazione artificiale nel loro numero o nel loro uso, guadagnerebbero molto di meno – o meglio, chi li paga dovrebbe spendere molto meno.
Esempio: il possessore del terreno di fronte all’unico guado di un fiume ha una rendita di posizione naturale. Se per legge non si possono costruire ponti, la rendita di posizione è artificiale.
La ricchezza è quello che resta dopo che aver pagato le tasse sul reddito, e rappresenta i beni disponibili in un esatto momento (si chiama anche stock). Tendenzialmente, le Property sono tasse sulla ricchezza.
Tassazione della ricchezza
In Italiano il termine “ricchezza” può essere usato come sinonimo di “patrimonio”, che però è un concetto sia giuridico che economico. Nell’articolo si userà quindi solo “ricchezza” sia per omogeneità che per comodità di traduzione con l’inglese wealth, ma anche per evitare confusione tra i diversi concetti di patrimonio.
Il patrimonio giuridico è un insieme di relazioni che indicano un obbligo o un diritto (passivi e attivi) di un titolare, che non è detto abbiano un valore economico in un preciso momento.
Può sembrare ingiusto far pagare tributi qualcosa che è già stato tassato. La cosa ha però sia un senso sociale, ad esempio usando l’introito per ridurre lo squilibrio tra le diverse fasce della popolazione, sia economico: la concentrazione di ricchezza (valutabile con l’indice di Gini) potrebbe incentivare attività economiche diverse da quelle necessarie o desiderabili.
Notare che l’indice di Gini non necessariamente identifica un Paese dove lo squilibrio nella distribuzione di reddito identifichi una situazione indesiderabile: è possibile vivere in posti dove ci sono pochi ricchissimi ma tutti gli altri (anche i più poveri) possono dedicarsi ad attività economiche, quindi non la sola sussistenza.
Ad esempio durante la presidenza Reagan si portò avanti una specie di trickle down economy, riassumibile nella frase “Facciamo arricchire tutti: ci saranno pochissimi che diventeranno ricchissimi, ma l’economia che muoveranno farà star bene anche i poveri”.
In realtà la definizione fu inventata da un umorista parlando della Grande Depressione, ma si applicò abbastanza bene alla Reaganomics: la prima parte della frase si è infatti avverata, la seconda un pò meno :D ma la parte più povera della popolazione ebbe comunque un miglioramento del reddito pro capite medio :)
Quando si parla di patrimoniale, si dovrebbe intendere un’imposta sulla ricchezza. In Italia spesso questo non è ben indicato nei media :troll: anche perché in realtà imposte del genere esistono già: la stessa IMU si può considerare una imposta sulla ricchezza immobiliare, poichè il bene “casa” è già tassato sia all’origine (es. quando si pagano gli oneri di urbanizzazione) sia annualmente (immondizie, ecc.) :troll:
Livelli
Oltre alla tassonomia per tipologia c’è poi la tassonomia per livelli: tendenzialmente ci sono imposte e contributi a livello nazionale e tasse e contributi su vari livelli locali, che dipendono dalla organizzazione territoriale dello Stato: regione e comune, state e county, ecc.
Questo perché i diversi livelli dello Stato hanno un senso in base ai diversi servizi che forniscono: le imposte tipicamente pagano servizi globali come la difesa, grandi infrastrutture, l’attività diplomatica, ecc. mentre tasse e contributi servono per mantenere servizi locali come le fogne, la manutenzione dell’illuminazione, ecc.
Modalità
Come si tassano le entità sopra indicate? In generale sulla percentuale di income o più raramente di wealth. Ci sono tre modalità fondamentali:
- flat, cioè “piatta”, ovvero la stessa percentuale per tutti;
- progressiva, cioè con una percentuale che aumenta al crescere dell’entità tassata;
- regressiva, cioé con una percentuale che aumenta per entrate più basse.
A meno di casi molto particolari la tassazione diventa in genere regressiva involontariamente, combinando i diversi tipi di tassazione sopra indicati. La tassazione regressiva è quindi determinata più che altro da poca lungimiranza o coordinazione ai diversi livelli di governo :troll:
Flat tax
La tassazione flat è estremamente semplice: tutti pagano X% (in genere dell’income). Questa semplificazione porta però a grossi problemi di equità: ad esempio chi guadagna intorno alla soglia di povertà rischia di ritrovarsi al di sotto di questa una volta pagate le tasse.
Per questo di solito si associa alla tassazione flat una no-tax area, cioè un ammontare che non viene tassato, tendenzialmente nell’intorno (o un multiplo) della soglia di povertà, rendendola nei fatti simile ad una tassazione progressiva :troll:
Sempre per evitare problemi di equità, in flat tax le agevolazioni (detrazioni e deduzioni) devono essere ridotte o semplificate al massimo, perchè non è possibile rimodularle con una tassazione progressiva. Il guaio è che risulta ancora più difficile ridurle in maniera che tutto resti equo.
[more]Esempi:
i coisiddetti fringe benefits, es. auto aziendali e buoni pasto, non sono in moneta – quindi non sarebbero tassabili. La flat tax potrebbe incentivare l’uso di benefit o pagamenti non monetari.
Per chi produce risorse naturali, cioè dal petroliere al boscaiolo all’ortolano, si tasserebbe il guadagno della vendita, ma non è detto che si potrebbe detrarre adeguatamente la spesa per materiali, attrezzi, ecc.
Le perdite di impresa non potrebbero tendenzialmente essere conteggiate, e tassare solo la fatturazione sarebbe iniquo.
Malati cronici o vittime di incidenti senza copertura assicurativa non potrebbero detrarre tutto quello che gli permette di superare i loro problemi di salute.[/more]
In pratica la flat tax è un esempio da manuale di come l’uguaglianza (in questo caso della percentuale tassazione) non coincida con l’equità :D
È comunque molto diffusa nei Paesi dell’Est europa, principalmente per motivi storici e geografici. A livello storico, il passaggio da economia comunista a economia di mercato ha creato numerosi squilibri e zone d’ombra, e la flat tax introdusse una semplificazione utilissima in quel momento di confusione – oltre in generale a incentivare il mantenimento o la creazione di attività produttive.
Questo ovviamente ha avuto un costo, in termini di equità, come indicato sopra.
In Italia, grosso modo, la tassonomia generale può essere sintetizzata in questa tabella:
Italian Taxes |
Corporate | Individual | Sales | |
Property | Payroll | |||
Income | Flat | Flat | Progressive | |
Revenues | Progressive | Flat | Flat | |
Wealth | Flat? | Regressive |
Ovviamente è a grandi linee: ad esempio, formalmente non c’è una tassazione sul payroll, ma solo dei contributi come quelli pensionistici. Ma sempre di tributi si tratta :)
Incentivi, agevolazioni e sussidi
Quale che sia il tipo di tassazione, la scelta di cosa e come tassare è sempre a seconda di quali comportamenti si vuole incentivare.
Ad esempio alzare le Sales scoraggia le transazioni commerciali, quindi ha senso farlo solo partizionandole correttamente: per vedere un caso concreto, l’IVA (letteralmente la VAT) per pane, latte e libri è del 4%, mentre per altri beni o servizi agevolati è del 10%, e quella ordinaria è ora al 22%, anche per gli ebook, che sono considerati materiale digitale :troll:
Alzare le Property significa invece scoraggiare il possesso di beni, e anche in questo caso ha senso in base alla necessità e al partizionamento: ad esempio in Danimarca l’automobile è fortemente tassata per limitare i problemi di traffico ed inquinamento.
Le agevolazioni giocano un ruolo importante nell’incentivazione, perché come detto intervengono sugli importi. Ad esempio poter detrarre (una parte del)la spesa per istruzione dovrebbe incentivare a raggiungere titoli di studio superiori, al prezzo di minori introiti fiscali per lo Stato :troll:
Gli incentivi che coinvolgono l’utilizzo di soldi pubblici (sia che vengano dati o che non entrino in cassa) sono in generale detti sussidi, rispettivamente diretti od indiretti. Se in Danimarca avessero pagato qualcuno per non comprare la macchina avrebbero avuto un sussidio diretto; se gli avessero invece rimborsato l’abbonamento ai mezzi,avrebbero avuto un sussidio indiretto. Avendo invece alzato i tributi, hanno fatto un semplice (dis)incentivo :D
I sussidi si possono anche distinguere se sono dal lato del produttore o del consumatore: ad esempio i cosiddetti incentivi per le energie rinnovabili in Italia sono in realtà dei sussidi indiretti dal lato del produttore di energia, così come ad esempio l’esenzione da particolari tributi per certe aree in modo da creare zone industriali, per dire. Un esempio di sussidio dal lato del consumatore è la detrazione per l’acquisto della carta, per riviste e giornali (che per la carta sono consumatori).
I sussidi sono in generale contrari alle richieste del mercato, cioè tendono ad abbassare il prezzo di beni che altrimenti non sarebbero richiesti – eventualmente influenzando le attività economiche che da essi dipendono, come nei casi di energia e carta sopra indicati. Per questo motivo determinano distorsioni, che in caso di attività economiche sociali a largo raggio, ad es. per sanità, scuola, alloggi popolari, ecc. sono positive. In altri casi, tendono a ottenere l’effetto contrario, cioè a disincentivare altre attività invece che a incentivare quelle oggetto di sussidio, alzandone il costo opportunità.
L’incentivo più forte è in genere quello applicato direttamente alla fonte, cioè la tassazione. Vengono poi le agevolazioni, che agiscono su spese che comunque tendenzialmente sarebbero state fatte e infine i sussidi – che dovrebbero invogliare a effettuare una attività, il cui effetto può essere valutato solo dopo l’applicazione, quindi non è detto che ci riescano :D
[more]Sussidio deriva dal greco sissizia, cioè i pasti in comune che a Sparta era la base dei gruppi di cittadini. Ai sissizia dovevano partecipare tutti in maniera uguale, dando la loro parte di cibo e di piccole somme per acquistare il resto, e poi divisi equamente con razioni precise.[/more]
Conclusioni
Cosa farci con tutta questa roba?
Innanzitutto, avere un vocabolario corretto è importante anche per capire meglio tutte le imprecisioniinformazioni fornite nel dibattito pubblico (giornali, tribune politiche, ecc.)
In seconda battuta, è importante per capire quali sono le attività che vengono più incentivate nel proprio ambiente, in caso occorra prendere delle decisioni economiche.
Non ultimo, questa estrema semplificazione (assolutamente non esaustiva) di come si tassano le cose nel mondo chiarisce perché anche lavorandoci è così complicato ottenere delle tasse eque (o anche solo i risultati voluti :troll: ), quindi anche concetti come la curva di Laffer non sono così facili da applicare.
In soldoni, se si vuole incentivare la gente ad aprire o tenere aperte le aziende :troll: andrebbero semplificati sussidi ed agevolazioni, in favore dell’abbassamento delle tasse Corporate, ed eventualmente le Sales per incentivarne gli scambi – o anche solo per mantenere il potere di acquisto degli attori che le effettuano, ad es. in momenti di crisi :troll:
Abbassare le Payroll o Individual potrebbe non portare allo stesso risultato, perchè ciascuno ha le sue priorità, e il maggior reddito potrebbe non essere speso in modo che [del]secondo il governo[/del] incentivi l’economia :troll:
- A Tax Taxonomy (freakonomics.com)
- Tax Wedge (wikipedia.org)
- [3] Bollo sul deposito titoli, un’imposta “regressiva”: avvantaggia i grandi patrimoni
- Flat Tax (wikipedia.org)
- Contro la flat-tax (phastidio.net)
- Trickle-down Economics (wikipedia.org)
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