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Qualche settimana fa avevamo parlato di [url=https://leganerd.com/2011/08/29/limbo/]Limbo[/url]. Per i pochi che non lo avessero ancora conosciuto per fama, [b]Braid[/b] è anch’esso un platform visionario, originale e di grande atmosfera. Concepito dalla diabolica mente di [url=http://en.wikipedia.org/wiki/Jonathan_Blow]Jonathan Blow[/url] e uscito per Xbox Live, PC e Mac, in breve tempo ha spopolato come chicca indie e si è guadagnato un 93% su [url=http://www.metacritic.com/]MetaCritic[/url].

Vediamo meglio perché.

[title]Gameplay[/title]

Di grafica e musica si può parlare dopo. La forza di Braid è nel gameplay. I riferimenti d’impatto sono circoscrivibili a [i]Super Mario[/i]: platform a scorrimento, principessa da salvare, castelli, nemici da far fuori saltandoci in testa, piante carnivore che escono da tubi verdi. Qualcosa dei nuovi [i]Prince of Persia[/i], dato che Tim ha l’abilità di tornare indietro nel tempo a piacimento con la semplice pressione di un tasto.

In pratica, in Braid non si muore mai.
Ma, a parte questo, i riferimenti finiscono qui.

Jonathan Blow e il suo team creano un puzzle game a tutti gli effetti. I sei mondi che caratterizzano l’universo di Braid spremeranno le meningi dei gamer più accaniti (a confronto Portal è una cazzata, imho) ponendo via via elementi caratteristici di ogni schema, come rewind, cloni, tempo rallentato. Mi limito a spoilerare il meno possibile: Braid è un gioco che va provato ad occhi chiusi.

[title]Grafica e musica[/title]

L’universo braidiano è un tripudio di colori, un enorme olio su tela dagli aspetti raffinati in grado di stupire ad ogni quadro, infarcito di citazioni e chicche che non dispiaceranno ai palati più raffinati. Introduce ogni nuovo mondo (o stanza, dato che la schermata di selezione del livello non è altro che lo spaccato di una casa) una descrizione astratta del passato della vita di Tim e del suo rapporto con il gentil sesso in merito ad un particolare tema, riflessioni osannate dai più come metafora della vita affettiva eccetera eccetera ma che personalmente ritengo un collage abbastanza malmesso di cliché.

La musica è di repertorio, brani onirici di ottima fattura dell’etichetta indie [url=http://it.wikipedia.org/wiki/Magnatune]Magnatune[/url], di natura prevalentemente classica, che spaziano da brani per pianoforte a allegre ballate per violino. Ogni pezzo, da notare, è influenzato dal time morph del protagonista, e viene rallentato, si ferma o accelera in base alle nostre azioni.

Da prendere ad occhi chiusi, [url=http://store.steampowered.com/app/26800/]8,99 € su Steam[/url], non fate i tirchi che ne vale da pena.

Testato con su PC e controller Xbox 360, works like a charm.