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Specie endemiche sotto pressione: nuovi modelli mostrano il futuro della quercia algerina

Una pianta che vale per tutte: lo studio che spiega gli effetti domino della crisi climatica. Incapacità di riprodursi e conseguenze su animali e insetti sono collegati.

Specie endemiche sotto pressione: nuovi modelli mostrano il futuro della quercia algerina

Ci sono specie di piante e animali seriamente a rischio per il cambiamento climatico globale. Ambienti in cui un tempo prosperavano, diventando così anche componente essenziale del paesaggio naturale e dell’equilibrio ecologico, oggi non offrono più le stesse condizioni climatiche. L’aumento delle temperature, la variazione delle precipitazioni, la maggiore frequenza di eventi estremi stanno modificando habitat consolidati da secoli. Raccontiamo il caso della quercia algerina.

Su Scientific Nature è stato pubblicato uno studio che analizza la distribuzione del Quercus afares, una quercia endemica dell’Algeria. Contribuisce a mantenere la biodiversità e la fauna selvatica. Il suo declino potrebbe causare più effetti, destabilizzando l’intero equilibrio ecologico regionale. La ricerca è guidata da H. Rais e dal suo team. Utilizza modelli avanzati di distribuzione delle specie per prevedere scenari futuri legati al riscaldamento globale.

Quercus afares

La quercia algerina tra responsabilità condivise e maggiori ricerche sui cambiamenti climatici, gli habitat protetti acquisiscono un valore di consapevolezza nuovo

Gli scienziati si sono dedicati allo studio della distribuzione attuale del Quercus afares e delle sue esigenze ecologiche. Le simulazioni studiano le conseguenze sul gigantesco albero di picchi elevati di temperature, eventi meteo estremi e precipitazioni improvvise o carenti. Ampie porzioni di ambiente dove cresce il Quercus si spopolerebbero progressivamente a causa di uno stress fisiologico troppo elevato. La pianta non risponderebbe più a livello riproduttivo, causando sia il declino della specie che la ricaduta sugli animali che vivono e si nutrono grazie alla sua presenza.

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La pianta potrebbe trovare nuovi spazi per vivere grazie all’intervento dell’uomo che semina nuovi alberi, oppure a nascite spontanee. Il processo prende il nome di riallocazione geografica, può avvenire in ambienti climaticamente favorevoli. Cosa succede però se anche qui sopraggiunge il riscaldamento globale o eventi meteo e di temperature estreme? Le capacità di prevedere i cambiamenti e gli eventi meteo sono al centro di molte ricerche e sviluppi tecnologici.

Per la quercia algerina, al momento, si sta lavorando su strategie di conservazione mirate che prevedono riforestazione, ripristino degli habitat e istituzione di aree protette. Sono punti fermi, quindi, che coinvolgeranno soprattutto le comunità locali, i decisori politici, ambientalisti e scienziati insieme.

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