Mango che cadono prematuramente dagli alberi: la soluzione potrebbe essere già in laboratorio
Una dottoranda della Facoltà di Agricoltura e Sostenibilità Alimentare risolve un problema piccolo ma dalle ricadute economiche importanti: i miracoli della ricerca in laboratorio.

Per i coltivatori australiani non è un problema indifferente quello della caduta prematura dei mango. Frutto tropicale importante a livello locale e nel commercio internazionale. Lo 0,1% dei frutti non raggiunge la maturazione, in questi anni sono state calcolate in numeri le perdite economiche e di spreco. Considera che in Australia vengono prodotte ben 63.000 tonnellate di mango, che si tramutano in 220 milioni di dollari in entrata. Tanti soldi sì, ma anche stress ambientale, siccità, vulnerabilità delle piante. Le ondate di calore causano la perdita di foglie.
Ad occuparsi di questa situazione, la dottoranda Sophie Jones della Facoltà di Agricoltura e Sostenibilità Alimentare dell’Università del Queensland. Ha condotto una ricerca che individua i meccanismi molecolari dietro la caduta prematura dei mango. Gli alberi regolano la crescita dei frutti tramite degli ormoni vegetali e lo stress altera questo equilibrio.
La caduta del frutto prima della sua maturazione viene preceduta da un segnale di abbandono. Compare quando si registra lo stress e invita la pianta a lasciar cadere i frutti immaturi. Jones analizza i geni attivati nel peduncolo, la parte che collega il frutto all’albero e che, in genere, crea quello che si chiama il picciolo. Uno studio importante e unico quello della dottoranda Jones che entra nella genetica, nella chimica e anche nella natura ormonale dell’albero prima dell’abbandono o caduta del frutto.
Dalla ricerca alla soluzione, ecco come evitare la caduta dei mango che possono diventare maturi e consumabili. Il 17% degli alberi ha conservato i frutti anche in condizioni di stress
Ad un problema individuato deve, se si riesce, anche corrispondere una soluzione. Secondo la dottoressa, si potrebbero utilizzare dei regolatori della crescita delle piante. Vanno, quindi, fornite delle versioni sintetiche di ormoni naturali durante o prima della fioritura. I test preliminari hanno già dato esito positivo su questa applicazione. Il 17% degli alberi ha conservato i frutti anche in condizioni di stress, non li ha fatti cadere prima della maturazione; questo si traduce in raccolta, consumo e aumento di produzione.
La ricerca può essere estesa a varietà regionali del frutto, metodi di coltivazione ma anche ad altri alberi da frutto. A beneficiarne saranno non solo i coltivatori commerciali ma anche i giardinieri, i possessori di orti per l’autoconsumo. I consumatori, invece, vedranno l’aumento di frutti freschi. La ricerca punta a supportare la pianificazione della politica agricola in un clima imprevedibile.