Steam, quasi la metà dei titoli usciti nel 2025 non ha avuto giocatori
Nel 2025 Steam ha accolto più di 19.000 nuovi giochi, ma quasi la metà non ha ricevuto nemmeno 10 recensioni. Per le produzioni indie raggiungere il pubblico è quasi impossibile.

Il 2025 conferma Steam come il cuore pulsante del gaming su PC, ma anche come un ecosistema sempre più affollato e difficile da navigare. I numeri raccontano una piattaforma in piena espansione, dove pubblicare un gioco non è mai stato così semplice. In compenso, senza un budget adeguato e una campagna marketing martellante, raggiungere il pubblico è virtualmente impossibile.
Il mercato è saturo?
Secondo i dati aggregati da SteamDB, nel corso del 2025 sono stati pubblicati su Steam 19.112 nuovi giochi. Di questi, 9.327 titoli hanno raccolto meno di 10 recensioni degli utenti, un indicatore che suggerisce un’esposizione estremamente limitata. Ancora più significativo è il dato sui 2.229 giochi che non hanno ricevuto nemmeno una recensione, segno di un lancio passato completamente inosservato.
Questi numeri mettono in luce uno scollamento sempre più marcato tra quantità di contenuti pubblicati e reale coinvolgimento del pubblico. Il modello di pubblicazione aperta di Valve ha abbattuto molte barriere d’ingresso, favorendo la democratizzazione dello sviluppo, ma ha anche trasformato la visibilità in una risorsa rara.
Per studi indipendenti e piccoli team privi di un grosso budget, emergere su Steam è spesso complesso quanto completare lo sviluppo del gioco stesso. La tendenza non è nuova: già nel 2024, a fronte di quasi 19.000 nuovi titoli, appena uno su cinque aveva raggiunto la soglia di download necessaria per sbloccare funzionalità come le carte collezionabili e i badge.
Colpa (anche) degli algoritmi?
L’analisi di SteamDB suggerisce che il problema non sia legato esclusivamente alla qualità. Tra i giochi rimasti nell’ombra figurano anche progetti originali e tecnicamente ambiziosi, come esperienze di parkour ad alta velocità ambientate in mondi surreali o titoli sperimentali che reinventano generi consolidati.
Insomma, non stiamo parlando necessariamente di titoli spazzatura. O non solo, quantomeno. Il problema potrebbe dunque essere in parte attribuibile a Valve, che non fa abbastanza per dare visibilità ai nuovi progetti. Forse basterebbe un sistema di raccomandazioni più efficiente, in grado di mettere in contatto le produzioni indipendenti con gli utenti.
Valve ha introdotto nel tempo numerosi strumenti per facilitare l’incontro tra giocatori e contenuti, dalle wishlist ai suggerimenti personalizzati. Tuttavia, il funzionamento degli algoritmi che determinano quali giochi vengono mostrati agli utenti rimane poco chiaro.