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Salinità e rischio ecologico: cosa ci dicono le falde acquifere delle zone semiaride

Una ricerca sulle acque sotterranee prende in considerazione i cambiamenti climatici, ma anche pratiche agricole scorrette o inquinamento.

Salinità e rischio ecologico: cosa ci dicono le falde acquifere delle zone semiaride

Le risorse idriche meritano il nome di oro blu, anche quando sono sotterranee. Anzi, tra le tante loro proprietà si scoprono elementi importanti che nutrono terreni e piante. Le acque sotterranee così rappresentano risorsa essenziale per ecosistemi, attività umane e stabilità ambientale, anche quando c’è un principio di salinizzazione sia idrica che del suolo. Liu, Li e Yan sono tre ricercatori che insieme ad altri colleghi hanno pubblicato uno studio dedicato su Environmental Earth Sciences.

Hanno studiato le acque sotterranee di regioni climatiche semi-aride e semi-umide. Ne hanno definito e quantificato le soglie ecologiche. Quanto possono essere utilizzate queste risorse idriche sui terreni e nelle attività umane, soprattutto quando sono salinizzate? Lo studio è servito proprio a questo, a individuare dei limiti precisi considerando gli ecosistemi e i potenziali danni irreversibili.

La ricerca ha indagato gli ultimi rapporti tra salinità delle falde acquifere e dinamiche ecologiche superficiali. La concentrazione salina influenza la vegetazione, soprattutto in termini di attività microbica e ecosistema. Sono le dimensioni invisibili della natura che però hanno riscontri importanti e pratici sull’uomo che spesso non se ne rende conto. Il team ha raccolto dati idrogeologici, osservazioni di campo, telerilevamento e modellazione eco idrologica.

studio sulle falde acquifere nelle zone semiaride

La salinità come fonte ma anche origine di degrado ecologico, ecco le conclusioni di uno studio multidisciplinare e accademico

Un approccio tecnico e multidisciplinare dedicato alla salinità del suolo e delle falde e del loro collegamento con le comunità vegetali. Sono importanti i punti dove si manifesta il degrado ecologico, lì bisogna fare ricerche per capire cosa l’ha generato e quando e con quanta velocità. Lo studio sulle aree semi aride e semi umide è in prospettiva, si sono considerate le attività umane che riescono a generarsi in queste zone. Quelle che potenzialmente si potrebbero creare considerando tante conseguenze di medio e lungo periodo della crisi climatica.

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L’accumulo salino può essere una causa ma anche una conseguenza, nelle aree semi aride deriva dalla scarsità di precipitazioni. Anche l’eccesso di umidità aumenta i fenomeni disalinità. Pratiche agricole scorrette, irrigazione non sostenibile, inquinamento possono incrementare la salinità delle falde e rendere quelle che sono una risorsa un pericolo per l’ambiente. I tre ricercatori hanno affermato che gli studi sulle falde acquifere e le zone semi aride o umide devono continuare. Con l’obiettivo di suscitare interesse politico e amministrativo per disegnare nuovi sistemi normativi e di gestione delle acque. Collaborando però con le comunità locali, soprattutto agricole e commerciali.

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