Proton lancia il Data Breach Observatory: data breach monitorati in tempo reale
Proton lancia il Data Breach Observatory, un portale che monitora in tempo reale le fughe di dati sul dark web.

Proton, la società svizzera nota per servizi come Proton Mail, Proton VPN e Proton Drive, ha annunciato il lancio di Data Breach Observatory, una nuova piattaforma pensata per portare maggiore trasparenza nel mondo della cybersicurezza. Il sito raccoglie e aggiorna costantemente dati relativi alle violazioni informatiche rilevate sul dark web, con l’obiettivo di offrire un quadro realistico e accessibile dell’enorme quantità di informazioni rubate e messe in vendita ogni giorno.
L’iniziativa nasce dalla constatazione che gran parte delle analisi sui cyberattacchi si basa su segnalazioni volontarie delle aziende colpite, che spesso preferiscono non rendere pubbliche le violazioni per evitare danni d’immagine o ripercussioni economiche. Questo approccio lascia nell’ombra una porzione significativa degli attacchi realmente avvenuti, impedendo una comprensione completa del fenomeno.
Un occhio costante sul dark web
Il Data Breach Observatory adotta una strategia radicalmente diversa: invece di aspettare le comunicazioni ufficiali, monitora direttamente i mercati clandestini in cui gli hacker pubblicano o vendono dati rubati. Così facendo, Proton punta a intercettare le fughe di informazioni già nelle loro prime fasi, potendo persino avvisare le vittime prima che scoprano di essere state colpite.
La piattaforma, sviluppata in collaborazione con la società di sicurezza Constella Intelligence, verrà aggiornata quasi in tempo reale e offrirà anche una panoramica educativa sul reale impatto del cybercrimine globale. Secondo i dati raccolti finora da Proton, nel 2025 si sono già verificati oltre 1.570 attacchi informatici, con più di 100 miliardi di record compromessi. Numeri impressionanti che mostrano quanto sia urgente una fonte unificata e trasparente per monitorare l’andamento delle violazioni.
Il progetto ha l’obiettivo di diventare un punto di riferimento per cittadini, aziende e ricercatori, contribuendo a rompere l’omertà digitale che spesso circonda i data breach e restituendo ai consumatori il diritto di sapere quando i propri dati finiscono nelle mani sbagliate.