OpenAI si produrrà i chip AI da sola: siglato accordo da 10GW con Broadcom
OpenAI sigla un accordo da miliardi con Broadcom per 10 GW di chip AI personalizzati, passo verso l’obiettivo di 250 GW entro otto anni.

La fame di potenza di calcolo di OpenAI non conosce tregua. Dopo le recenti intese con NVIDIA, AMD e Oracle, la società di Sam Altman ha annunciato un nuovo accordo plurimiliardario con Broadcom per la produzione di chip personalizzati e sistemi di accelerazione AI, fondamentali per sostenere la crescita della sua infrastruttura di intelligenza artificiale.
Un’alleanza strategica
Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, l’intesa tra OpenAI e Broadcom prevede la fornitura di 10 gigawatt di capacità computazionale attraverso chip progettati da OpenAI e realizzati da Broadcom, che inizierà a installare i nuovi sistemi nella seconda metà del 2026, con l’obiettivo di completare il rollout entro il 2029. Le due aziende collaborano già da circa 18 mesi allo sviluppo di queste architetture, pensate per migliorare l’efficienza e la scalabilità dei futuri data center dedicati all’intelligenza artificiale.
L’accordo con Broadcom segue quello siglato con NVIDIA, che investirà circa 100 miliardi di dollari in infrastrutture AI garantendo altri 10 gigawatt di capacità, e quello con AMD, da sei gigawatt, che potrebbe portare OpenAI a detenere fino al 10% del capitale dell’azienda. A luglio, inoltre, la società ha stretto una partnership con Oracle per altri 4,5 gigawatt di data center nel quadro del cosiddetto Progetto Stargate. Tutte queste iniziative hanno un obiettivo comune: costruire una rete di calcolo distribuita capace di sostenere la crescita esplosiva dei modelli generativi di nuova generazione.
La visione di Altman

L’ambizione di Sam Altman va però ben oltre gli accordi attuali. Secondo alcune fonti interne, il CEO avrebbe dichiarato di voler raggiungere 250 gigawatt di potenza di calcolo entro otto anni, una cifra impressionante se si considera che OpenAI dovrebbe chiudere il 2025 con circa 2 gigawatt disponibili. Per dare un’idea, 250 gigawatt equivalgono a quasi un quinto della capacità di generazione energetica degli Stati Uniti.
Realizzare un’infrastruttura di tale portata avrebbe un costo stimato intorno ai 10.000 miliardi di dollari, una cifra che nessun investitore potrebbe sostenere da solo. Altman ha accennato alla necessità di creare nuovi strumenti finanziari per sostenere l’impresa, ma senza fornire dettagli concreti. Nel frattempo, OpenAI continua a investire su più fronti per garantire che il proprio ecosistema disponga della potenza necessaria a restare competitivo.