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Troppe truffe su Google e Facebook, l’UE perde la pazienza: aperta un’indagine

L’UE indaga su Apple, Google e Microsoft: non stanno facendo abbastanza per combattere le truffe? Con il DSA rischiano multe fino al 6% del fatturato globale.

Troppe truffe su Google e Facebook, l’UE perde la pazienza: aperta un’indagine

L’Unione Europea accende i riflettori su Apple, Google e Microsoft per capire se stiano davvero facendo abbastanza per arginare le frodi finanziarie online. A confermarlo è stata Henna Virkkunen, responsabile digitale della Commissione, che al Financial Times ha anticipato l’invio di richieste formali di informazioni ai tre colossi statunitensi e alla piattaforma Booking Holdings, nell’ambito dei poteri concessi dal Digital Services Act (DSA).

Truffe digitali da miliardi di euro

Secondo Bruxelles, le perdite da frodi finanziarie superano i 4 miliardi di euro l’anno all’interno dell’UE, con un impatto che va oltre l’aspetto economico: le truffe online, ha spiegato Virkkunen, possono generare anche conseguenze psicologiche sulle vittime. L’avanzata dell’intelligenza artificiale, inoltre, rende ancora più difficile individuare contenuti fraudolenti.

Instagram ha introdotto nuove regole per proteggere i minori dalle truffe Instagram ha introdotto nuove regole per proteggere i minori dalle truffe

Gli ispettori europei si concentreranno in particolare sulle app fasulle disponibili negli store di Apple e Google, tra cui applicazioni che imitano servizi bancari, e sui risultati ingannevoli che possono emergere nei motori di ricerca, da Google a Bing di Microsoft. Per Booking Holdings, l’attenzione sarà invece rivolta agli annunci di alloggi falsi che colpiscono direttamente i consumatori.

Rischio multe salate

Meta EU

La richiesta di informazioni è solo il primo passo: se emergeranno carenze significative, l’UE potrebbe avviare indagini formali e imporre multe fino al 6% del fatturato globale annuo delle aziende coinvolte. Virkkunen ha ricordato che le verifiche non guardano alla nazionalità delle imprese, ma al modo in cui operano e gestiscono i contenuti illegali.

La mossa arriva in un contesto di tensioni crescenti: il presidente USA Donald Trump ha minacciato ritorsioni commerciali contro chi “discrimina” le big tech americane. Intanto, la Commissione europea ha già aperto fronti paralleli: da Meta, sotto accusa per possibili violazioni legate a Facebook e Instagram, ai marketplace cinesi Temu e Shein, fino al dossier ancora aperto sulla piattaforma X di Elon Musk.

Bruxelles sembra quindi pronta a fare sul serio, con nuove decisioni attese nelle prossime settimane. E il contrasto alle truffe online diventa la nuova priorità di un regolamento digitale che punta a rendere il web europeo più sicuro e trasparente.

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