Leganerd.com
Menu

Non solo ChatGPT, OpenAI lavora al suo primo device: arriva nel 2026?

Nuove fonti rivelano che il primo dispositivo di OpenAI, l'azienda dietro a ChatGPT, è imminente: lancio entro fine 2026 e previste milioni di unità.

Non solo ChatGPT, OpenAI lavora al suo primo device: arriva nel 2026?

OpenAI ha grandissime ambizioni per il suo futuro. Non solo ChatGPT, l’azienda ora punta ad entrare nel mercato consumer con una linea di prodotti hardware innovativi. Per farlo, l’azienda di Sam Altman avrebbe attinto a piene mani dal pool di talenti di Apple. La timeline è serrata: il primo dispositivo potrebbe arrivare già il prossimo anno.

Una nuova gamma di device AI

Secondo The Information, OpenAI avrebbe già avviato un dialogo con i primi potenziali fornitori. Tra questi ci sarebbero diversi nomi noti, come Luxshare e Goertek, storici partner di Apple. E non sarebbe l’unica cosa presa in prestito dall’azienda di Cupertino, dato che – sempre secondo le ultime indiscrezioni -, OpenAI per i suoi device vuole riprendere il linguaggio di design normalmente associato ad Apple.

GPT-5 delude, OpenAI accontenta gli utenti: GPT-4o è di nuovo disponibile GPT-5 delude, OpenAI accontenta gli utenti: GPT-4o è di nuovo disponibile

Del resto, questa avventura è iniziata con l’acquisizione di io, la startup fondata da Jony Ive, la leggenda che ha firmato il design dell’iPod e dozzine di alcuni dei prodotti più iconici della mela.

Citando insider dell’industria, The Information scrive che OpenAI starebbe già pensando ad una vasta lineup di prodotti alimentati dall’intelligenza artificiale. Ad ogni modo, il primo progetto suona piuttosto famigliare: si tratterebbe di una ‘spilla’ smart, che andrebbe connessa allo smartphone (o al laptop). Qualcosa di concettualmente simile all’Humane AI Pin (con cui speriamo non condivisa anche il destino disastroso).

Per il futuro, OpenAI guarda anche ad un paio di occhiali smart e ad una linea di altoparlanti intelligenti senza schermo. Insomma, l’obiettivo è creare un catalogo di prodotti fisici che facciano da casa per ChatGPT, in modo simile a quello che Amazon ha fatto con Alexa e gli altoparlanti Echo.

Ambizioni sconfinate

La scelta di puntare su fornitori di primo livello – come i sopramenzionati Luxshare e Goertek – ha perfettamente senso, considerato che OpenAI ha ambizioni esagerate.

OpenAI punta ad un lancio da record, in passato Sam Altman aveva annunciato l’obiettivo di produrre oltre 100 milioni di dispositivi entro la fine del 2026. Numeri da veterani dell’industria, non da azienda alle prime armi con il mercato hardware. Il lancio sarebbe previsto per la fine del 2026 o, nella peggiore delle ipotesi, inizio 2027.

Di garantito però non c’è proprio nulla. Non solo perché entrare a gamba tesa nel mercato consumer è un’impresa titanica, che richiede di vincere una serie numericamente impressionante di sfide, ma anche perché OpenAI non sta puntando a mercati maturi e consolidati (come quello degli smartphone), ma a fare da pioniere in segmenti di mercato, se non completamente inediti, ancora molto acerbi. Abbiamo già visto come questo genere di operazioni risultino molto difficili anche per player già consolidati: basti pensare alle difficoltà di Apple con il lancio del suo primo visore per la realtà mista. Inoltre, non bastasse, i primi gadget AI usciti fino ad oggi sono tutti andati piuttosto male (per usare un eufemismo).

Ti potrebbero interessare
Non solo ChatGPT, OpenAI lavora al suo primo device: arriva nel 2026?