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Tracciata l’impalcatura invisibile dell’Universo: nuova scoperta sulla materia oscura

L'occhio e la mente umana, senza telescopi spaziali e le ricerche degli scienziati, sarebbero in grado di comprendere e considerare una dimensione di miliardi di anni e calcolata in anni luce?

Tracciata l’impalcatura invisibile dell’Universo: nuova scoperta sulla materia oscura

Un team di scienziati della Rutgers (Università del New Jersey) ha raccolto prove sull’espansione delle galassie. Parliamo di un insieme di stelle, sistemi, ammassi e mezzo interstellare (materiale rarefatto costituito da gas e polvere anche di stelle). Le galassie hanno e sono legate alla forza di gravità, sono immense e possono ospitare sistemi solari, come la nostra: la Via Lattea.

Gli scienziati hanno tracciato la materia oscura, ovvero l’impalcatura dell’Universo. Hanno poi pubblicato le loro conclusioni su Astrophysical Journal Letters. Per tracciare la materia oscura nelle galassie, i ricercatori hanno utilizzato dei campioni raccolti di galassie chiamate emettitori Lyman-alfa.

Le fotografie astronomiche prodotte in questi anni, con un’accelerazione incredibile di questi decenni, sono state utili allo studio scientifico. Infatti, i ricercatori del Dipartimento di Fisica e Astronomia della Rutgers hanno valutato immagini di tre diverse ere della storia dell’Universo e del dopo Big Bang. Ci sono delle vere e proprie impronte digitali cosmiche, dei modelli distinti che definiscono parti della materia oscura e delle galassie. Lo studio ha utilizzato i dati del sondaggio ODIN, un progetto astronomico che analizza più di 100.000 galassie che emettono Lyman-alfa.

illustrazione della materia oscura

Alla Rutgers si stanno studiando le galassie ancora giovani di una regione dell’Universo chiamata Cosmos. Con un tecnica particolare si possono fare anche previsioni sul futuro cosmico

I ricercatori della Rutgers, però, si sono concentrati su una specifica regione, la Cosmos (Cosmic Evolution Survey Deep Field). Hanno osservato tre periodi temporali: 2,8 miliardi, 2,1 miliardi e 1,4 miliardi di anni dopo il Big Bang. Nonostante il numero per noi infinito di anni, le galassie emettitrici Lyman-alfa che fanno parte di queste epoche, sono considerate giovani dagli astronomi. Sono ancora in piena formazione stellare, contengono idrogeno gassoso che emette luminosità e che permette di osservare lo spazio attorno.

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In questa osservazione, i ricercatori hanno utilizzato una tecnica chiamata clustering, misura il modo in cui le galassie vengono raggruppate rispetto a distribuzioni casuali. La struttura dell’Universo, suggerisce l’intero studio, può avere in poche occasioni una costruzione quasi casuale. Questo permette agli scienziati non solo di comprendere l’evoluzione spaziale e delle galassie, ma anche di costruire previsioni sempre considerando un numero di anni lunghissimo, oltre il singolo miliardo.

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