Un ago d’oro nel regno dei quanti: la svolta arriva da Tokyo
Un nuovo studio giapponese potrebbe dire davvero molto sulla nascita di aghi quantistici d’oro. In che modo questi reagiscono alla luce e come mai questo studio può fare la differenza?

Alcuni studiosi giapponesi, tra cui Yuya Hamasaki e Shinjiro Takano, si sono dedicati a un importante progetto che vede come protagonisti principali i nanocluster d’oro. Parliamo di strutture dalla forma allungata che ricordano molto degli aghi e che grazie alla loro capacità di riflettere la luce potrebbero rappresentare un punto di svolta In campo biomedico.
Secondo gli studiosi in questione, infatti, è proprio grazie a questi aghi che potrebbe migliorare la risoluzione delle immagini, proprio perché gli stessi riuscirebbero a convertire in maniera più efficiente l’energia luminosa. Ci riferiamo a degli aghi che vengono sintetizzati con degli ioni precursori dell’oro che riescono a reagire all’ambiente circostante grazie alla presenza di elettroni con strutture protettive.
Questo che si è tenuto a Tokyo è uno studio che va avanti da diversi anni e che ha visto le più disparate condizioni prima di raggiungere la fase di crescita iniziale dei vari aghi. La prima fase ha infatti dimostrato che ogni ago cresceva in maniera diversa. Gli aghi quantistici d’oro si sono invece comportati in maniera più uniforme, attirando solo energie del tutto specifiche.

Cosa potrebbe comportare l’ago d’oro in campo biomedico?
Se questa scoperta dovesse andare in porto potrebbe rappresentare un vero e proprio punto di svolta nel settore della ricerca, in quanto in grado di sintetizzare delle nuove immagini che non sarebbe possibile reperire in altro modo. Gli studiosi giapponesi hanno anche dichiarato come la crescita di questi aghi sia stata del tutto casuale, in quanto si è verificata in condizioni insolite che non erano state in alcun modo previste.
Nessuno pensava di poter raggiungere tali risultati ma è proprio grazie agli aghi d’oro che si è capito come possa essere portato a termine il meccanismo di formazione. Ora l’obiettivo degli scienziati è quello di perfezionare ogni tipo di studio in maniera da promuovere strutture sempre più efficienti che possano offrire vere e proprie svolte nel campo della proprietà ottica.


