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Nuova speranza contro l’Alzheimer: una sostanza comune sembra invertire la perdita di memoria

Individuata una nuova arma per diagnosticare l'Alzheimer e contrastare la perdita di memoria. Ecco i risultati dei primi test scientifici.

Nuova speranza contro l’Alzheimer: una sostanza comune sembra invertire la perdita di memoria

L’Alzheimer è una malattia che provoca il deterioramento progressivo delle cellule celebrali. Non deve essere solo associata soltanto all’età avanzata ma a diversi fattori, anche genetici. Compromette tanto le funzioni cognitive che la personalità. Ci si accorge che un familiare è affetto da Alzheimer, oppure si ha consapevolezza di questa malattia, quando lievi disturbi della memoria diventano più gravi e frequenti.

Quando si aggiungono problemi di linguaggio, è più difficile trovare le parole oppure scrivere, si soffre di disorientamento, cambiamento di umore e non si riescono più a svolgere le attività quotidiane. Notizie di nuovi studi, diagnosi e trattamenti per l’Alzheimer ci sono tutti i giorni, vediamo questa importante novità scientifica.

I livelli di litio hanno conseguenze importanti sulla malattia. È un elemento chimico, numero atomico 3, e metallo alcalino. In medicina, viene già utilizzato per alcune forme di depressione, per stabilizzare le emozioni, nei disturbi bipolari. Agisce sui neurotrasmettitori. Secondo lo studio del team della Harvard Medical School, gli integratori di litio possono influire sulla perdita di memoria.

il ruolo del litio nella malattia di Alzheimer

Non solo il litio contro l’Alzheimer ma anche la vitamina B13 o acido orotico

La sperimentazione per l’Alzheimer è stata fatta su topi, su campioni di tessuto cerebrale e sangue prelevati sia da pazienti con malattia avanzata e lieve deterioramento cognitivo. Il team ha testato diversi metalli e poi il litio sul rischio di demenza. La ricerca è stata pubblicata su Nature.

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I medici si sono concentrati sull’orotato di litio, un integratore a base di litio e acido orotico (vitamina B13 presente nel siero di latte, nel fegato animale, in carote e barbabietole). Somministrato a topi con sintomi simili all’Alzheimer, ha agito subito ripristinando la funzione mnemonica e contrastando alcuni segni di declino cognitivo. La vitamina B13 funge da protettore dei neuroni, per questo sarà importante negli studi clinici per l’Alzheimer e altre malattie mentali.

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