Il satellite che pensa da solo: per la prima volta l’AI decide cosa fotografare dallo spazio
Un satellite ha usato l’AI per decidere autonomamente dove e quando scattare immagini dallo spazio. Un salto storico per la scienza.

Un satellite ha compiuto qualcosa che finora nessun altro era riuscito a fare: decidere autonomamente quando e dove scattare immagini scientifiche, senza alcun input umano e in meno di 90 secondi. A rendere possibile questo salto tecnologico è stato Dynamic Targeting, un sistema di intelligenza artificiale sviluppato dal Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA, in collaborazione con le aziende europee Open Cosmos e Ubotica. Una rivoluzione silenziosa, ma potenzialmente epocale, per il modo in cui raccoglieremo e useremo i dati dallo spazio.
Un’AI che agisce in autonomia
Il test è stato condotto su un piccolo satellite delle dimensioni di una valigetta, costruito dalla startup britannica Open Cosmos e dotato di un processore AI sviluppato dalla società irlandese Ubotica. Il satellite, invece di scattare immagini in modo passivo come avviene normalmente, ha eseguito una manovra intelligente: ha inclinato la sua orbita per osservare il terreno 500 chilometri più avanti, ha catturato un’anteprima, e in meno di un minuto e mezzo l’AI ha analizzato la scena per verificare la presenza di nuvole. Se il cielo era limpido, ha proceduto con lo scatto dettagliato; in caso contrario, ha evitato l’immagine, risparmiando tempo, energia e dati inutili.
L’ingegnere del JPL Ben Smith ha spiegato che questa capacità selettiva porterà enormi vantaggi: “Se sei in grado di essere intelligente su cosa fotografi, allora ottieni una quantità molto maggiore di dati realmente utili.” Una considerazione fondamentale, dato che attualmente la maggior parte dei satelliti raccoglie tutto ciò che vede, comprese immagini inutilizzabili, come quelle oscurate dalle nubi, che vengono poi scartate solo in fase di analisi a terra — spesso con giorni di ritardo.
Dati tempestivi per i disastri ambientali

Secondo Brian Quinn di Ubotica, questo approccio potrebbe trasformare radicalmente la funzione stessa dei satelliti, rendendoli agenti intelligenti e proattivi, capaci di identificare in tempo reale incendi boschivi, eruzioni vulcaniche o tempeste. Il progetto si basa su anni di collaborazione: già nel 2021 Ubotica aveva testato un sistema di rilevamento delle nuvole a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, e nel 2024 Open Cosmos ha lanciato HAMMER, un satellite con fotocamera iperspettrale e intelligenza artificiale integrata.
Ora, con Dynamic Targeting, la tecnologia fa un passo ulteriore: non si limita più a “vedere”, ma sceglie. Ed è questa la svolta che potrebbe cambiare il futuro dell’osservazione terrestre.


