Leganerd.com
Menu

L’ordine delle fasi del sonno è più importante di quanto pensiamo

Una nuova teoria ci dice perché i cicli del sonno sono importanti per la memoria. Ecco svelati i risultati.

L’ordine delle fasi del sonno è più importante di quanto pensiamo

Non è di certo una novità il fatto che il sonno sia davvero importante per il benessere fisico e mentale di ciascuno di noi. Adesso però un gruppo di ricercatori dell’Università del Michigan sembra aver sviluppato una nuova teoria capace di spiegare uno dei misteri legati proprio al sonno.

Ognuno di noi quando dorme segue uno schema ben preciso, si passa dalla veglia ad un ciclo ripetitivo di sonno con bassa attività cerebrale, a seguito poi una fase in cui il cervello è più attivo. Proprio in questa fase, quella chiamata sonno REM vengono generati sogni vividi e avvengono movimenti oculari piuttosto rapidi. Questo ciclo ripetuto di sonno non-Rem e Rem è molto diffuso nel regno animale, ma ci sono alcune eccezioni come per le persone affette da narcolessia e quelle che non dormono da diversi giorni.

l’ordine delle fasi del sonno

Perché l’ordine delle fasi del sonno conta davvero per la memoria

Dal punto di vista evolutivo, è così preservato e così onnipresente in tutte le specie. Ciò significa che probabilmente c’è qualcosa di veramente importante in quel particolare ordine del sonno. E non torna mai indietro, a meno che qualcosa non abbia davvero mandato all’aria il sistema“. Queste le parole dichiarate da Sara Aton, professoressa della UM di biologia molecolare, cellulare e dello sviluppo. Seppur molti scienziati non siano mai riusciti a trovare una spiegazione su questa funzione biologica, adesso sembrano esserci delle novità importanti.

Migliorare la qualità del sonno è possibile: ecco come fare Migliorare la qualità del sonno è possibile: ecco come fare

I ricercatori dell’Università del Michigan, guidati da Aton e Michal Zochowski, hanno elaborato una teoria basata su osservazioni sperimentali su topi e modellizzazione computerizzata dei circuiti neurali del cervello. Secondo questa teoria, se i ricordi fossero arbusti, la fase non-REM del sonno li aiuterebbe a crescere più alti e più forti.

La fase REM li pota, li mantiene più distinti e ben definiti, impedendo loro di sovrapporsi e di crescere l’uno nell’altro. “Funziona solo se si ha questa sequenza. Se si procede al contrario e si ha prima la fase REM, si elimina tutto. Quindi non rimane più alcun ricordo. Nella sequenza corretta, si rinforzano le cose che devono essere rinforzate. Poi entra in gioco la fase REM per eliminare le porzioni sovrapposte di ricordi non correlati“. Queste le parole dichiarate da Aton.

Questo lavoro è stato pubblicato sulla rivista PloS Computational Biology ed è stato supportato dalla National Science Foundation, da una Chan Zuckerberg Iniziative e dai National Institutes of Health.

Ti potrebbero interessare
L’ordine delle fasi del sonno è più importante di quanto pensiamo