Studio preclinico rivela un potenziale alleato contro la demenza
Un farmaco è riuscito a proteggere i topi dall’accumulo della proteina tau. Questa potrebbe portare a nuovi metodi per rallentare l’Alzheimer.

Un numero sempre maggiore di persone sta affondando un drammatico declino cognitivo. Sono quasi dieci i milioni di nuovi casi di demenza a livello mondiale ogni anno. Nonostante i progressi della ricerca, i metodi di trattamento sono ancora limitati.
A causa dello stretto legame tra Alzheimer e scarso sonno, Samira Prhizkar dell’Università di Washington, insieme al suo team, ha studiato un farmaco del sistema nervoso, lemborexant, approvato nel 2019.

Demenza di Alzheimer: il lemborexant può aiutare a controllarla
“Abbiamo dimostrato che il lemborexant migliora il sonno e riduce il tau anormale, che sembra essere un fattore principale del danno neurologico che vediamo nell’Alzheimer e in diversi disturbi correlati”, ha dichiarato il neurologo della Washington University David Holtzman.
“Gli anticorpi contro l’amiloide che ora usiamo per trattare i pazienti con demenza precoce e lieve di Alzheimer sono utili, ma non rallentano la malattia tanto quanto vorremmo”, dice Holtzman. “Abbiamo bisogno di modi per ridurre l’accumulo anomalo di tau e la sua infiammazione di accompagnamento, e vale la pena esaminare ulteriormente questo tipo di aiuto per dormire”.
I ricercatori hanno confrontato poi il lemborexant con un altro farmaco per l’insonnia, lo zolpidem. I risultati sono stati sorprendenti. I topi che hanno ricevuto il lemborexant hanno mantenuto fino al 40% in più di volume nel loro ippocampo della memoria, rispetto a quelli che hanno ricevuto lo zolpidem.
“Ciò che è stato sorprendente è stato che questi effetti non sono stati osservati con un farmaco per dormire standard come lo zolpidem, che aumenta il sonno NREM in modo simile al lemborexant”, ha detto Samira Parhizkar, neurologa della Washington University, a Eric Dolan a PsyPost. “Questo suggerisce che il vantaggio non è solo un maggiore sonno, ma piuttosto il modo in cui quel sonno viene promosso”.
Curioso il fatto che i risultati ottenuti dal lemborexant, sono stati osservati solo nei topi maschi, nonostante il test abbia coinvolto anche le femmine. Bisogna però ricordare che gli studi sui topi non danno sempre gli stessi risultati negli esseri umani. Lemborexant è stato approvato solamente per l’utilizzo nel breve periodo, negli essere umani. Dunque, i suoi effetti a lungo termine e la sua reale capacità di ridurre il tau devono ancora essere oggetto di studi.