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Mattel e OpenAI nella bufera: allarme per i rischi dei giocattoli AI destinati ai bambini

Mattel e OpenAI accusati di mettere a rischio i bambini: allarme su privacy, bias e legami emotivi con giocattoli AI troppo realistici.

Mattel e OpenAI nella bufera: allarme per i rischi dei giocattoli AI destinati ai bambini

La recente alleanza tra Mattel e OpenAI, annunciata come una collaborazione per rivoluzionare il modo in cui i bambini giocano con brand iconici come Barbie e Hot Wheels, sta già sollevando preoccupazioni crescenti. Un’importante organizzazione per la tutela dei consumatori, Public Citizen, ha lanciato un appello alla trasparenza, accusando i due colossi di voler introdurre sul mercato un prodotto potenzialmente dannoso per lo sviluppo infantile. Secondo il co-presidente Robert Weissman, dotare i giocattoli di voci umane e capacità conversazionali realistiche rischia di generare effetti collaterali profondi sul piano sociale ed emotivo.

Una minaccia per l’apprendimento?

La principale critica mossa da Weissman riguarda la possibilità che questi giocattoli AI, soprattutto se destinati a bambini sotto i 13 anni, possano interferire con la capacità dei più piccoli di distinguere tra realtà e finzione, danneggiando lo sviluppo delle relazioni tra pari. Nonostante fonti vicine al progetto abbiano dichiarato ad Axios che il primo prodotto non sarà rivolto ai minori di 13 anni – forse anche per allinearsi ai limiti d’età dell’API di OpenAI – resta l’incertezza su come e quando questi giocattoli saranno realmente commercializzati. Il debutto è atteso nel 2026, ma un annuncio ufficiale è previsto già entro la fine del 2025. Tuttavia, al momento, né Mattel né OpenAI hanno fornito dettagli concreti sulle funzionalità, i contenuti o i meccanismi di sicurezza che saranno implementati.

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Rischi concreti tra privacy e contenuti inappropriati

Oltre ai timori legati allo sviluppo cognitivo, gli esperti segnalano rischi tangibili per la privacy e la sicurezza dei dati. Secondo Varundeep Kaur, manager nel settore tech, i genitori dovrebbero sapere esattamente quali dati vengono raccolti – come la voce dei bambini o le loro preferenze – dove vengono archiviati e da chi possono essere consultati.

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Il rischio non è solo teorico: le AI possono “allucinare” contenuti, ovvero fornire risposte errate, inappropriate o anche disturbanti. E sebbene il pericolo fisico sia quasi nullo, la possibilità di legami emotivi profondi con entità digitali non è da sottovalutare. Lo specialista di cybersicurezza Adam Dodge ha ricordato casi drammatici in cui chatbot realistici hanno indotto comportamenti autodistruttivi, sottolineando quanto sia rischioso introdurre queste tecnologie nel mondo dei giocattoli senza solide garanzie preventive.

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