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Le cozze sono in pericolo: al via nuovo metodo per monitorare l’inquinamento marino

Gli scienziati stanno sperimentando un metodo innovativo per monitorare l'inquinamento marino e aiutare a comprendere il drastico calo delle cozze.

Le cozze sono in pericolo: al via nuovo metodo per monitorare l’inquinamento marino

Salvare le cozze che sono in pericolo e monitorare l’inquinamento marino. Un gruppo di scienziati si è posto questo obiettivo e sembra che ci stia quasi riuscendo. Stiamo parlando degli scienziati dell’Agenzia per l’ambiente i quali stanno studiando nuovi metodi per monitorare l’acqua in seguito al calo significativo delle cozze.

Alla foce dell’estuario del fiume Camel in Cornovaglia, Daymer Bay, si trovano le cozze blu atlantiche che pare svolgano un ruolo davvero molto importante nella misurazione dell’inquinamento costiero. Ogni anno, proprio all’inizio della stagione primaverile, vengono raccolte le cozze utilizzate come campioni.

il monitoraggio passivo utilizza membrane a film sottile per assorbire sostanze chimiche e inquinanti presenti nell'acqua

Rivoluzionare la protezione delle acque costiere e studiare l’impatto dell’inquinamento marino sulle cozze

Stando a quanto riferito da Paul Elsmere, facente parte del team di analisi e reporting della Cornovaglia, le cozze hanno davvero un grande potenziale, perché riescono a filtrare fino a 25 litri al giorno, bioaccumulano o concentrano queste sostanze chimiche all’interno della loro carne.

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L’altra cosa importante è che… non scompongono quelle sostanze chimiche, quindi ciò che si vede nell’ambiente è lo stesso che si vede anche nella polpa delle cozze”, ha aggiunto Paul Elsmere. Ad ogni modo, negli ultimi anni purtroppo si è verificato un calo significativo del numero delle cozze in tutto l’Atlantico nord-orientale. Ma a cosa è dovuto questo calo?

Sicuramente al cambiamento climatico, ma anche alla pesca eccessiva, alla predazione e alle sostanze chimiche che si trovano nell’acqua. Adesso i ricercatori stanno utilizzando una nuova tecnica, chiamata monitoraggio passivo la quale utilizza delle membrane molto sottili capaci di assorbire le sostanze chimiche e gli inquinanti che si trovano all’interno dell’acqua. Questa tecnica di monitoraggio passivo che è stata sperimentata nell’Hampshire rappresenta uno sviluppo piuttosto promettente, almeno stando a quanto riferito da Elsmere.

L’efficacia di questi metodi è stata confrontata con quella di altri dispositivi di campionamento, e questo è quanto fatto sapere dall’Agenzia per l’ambiente. Quest’ultima ha ancora fatto sapere di stare lavorando con il Centro per l’ambiente, la pesca, le scienze dell’agricoltura e qualora questa iniziativa dovesse avere successo, potrebbe trasformarsi l’approccio rispetto al monitoraggio delle sostanze chimiche presenti nelle acque costiere.

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