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Meta vuole trasformare i Ray-Ban Meta Vision in un incubo per la privacy?

Meta vuole introdurre il riconoscimento facciale nei Ray-Ban: la funzione “super sensing” alimenta timori su privacy e sorveglianza.

Meta vuole trasformare i Ray-Ban Meta Vision in un incubo per la privacy?

Meta è al centro di un acceso dibattito dopo che un nuovo report ha rivelato l’esistenza di una funzione in fase di sviluppo per i suoi occhiali intelligenti Ray-Ban, chiamata “super sensing”. Questa tecnologia consentirebbe il riconoscimento facciale in tempo reale, rendendo possibile identificare le persone circostanti semplicemente guardandole.

Un salto tecnologico che ha il sapore della fantascienza, ma che apre anche scenari inquietanti sulla tutela della privacy individuale. La notizia, diffusa da The Information, ha suscitato una forte reazione da parte di esperti ed esperte di tecnologia e diritti civili.

Dare un nome ad ogni volto sconosciuto

La funzione “super sensing” è progettata per sfruttare l’intelligenza artificiale e l’hardware integrato degli occhiali Ray-Ban per eseguire scansioni facciali e identificare persone in tempo reale. Meta, secondo quanto emerso, avrebbe già integrato questa capacità nei prototipi di occhiali, sebbene il riconoscimento possa essere abilitato solo volontariamente dall’utente. Tuttavia, la persona osservata non riceverebbe alcuna notifica e, dettaglio ancor più controverso, Meta starebbe valutando la possibilità di disattivare la luce LED che segnala l’attivazione della fotocamera, lasciando chi è nel campo visivo totalmente ignaro della registrazione.

Una minaccia per la privacy?

Questo tipo di approccio, considerato altamente invasivo, rappresenterebbe una svolta rispetto alla precedente linea prudente dell’azienda, che fino a oggi aveva evitato il riconoscimento facciale nei dispositivi indossabili. Secondo gli osservatori, la scelta di Meta sarebbe favorita da un contesto normativo statunitense ora più permissivo, dopo anni di regolamentazioni più stringenti imposte dalla Federal Trade Commission.

I Ray-Ban Stories di Meta ora possono tradurre in tempo reale le conversazioni I Ray-Ban Stories di Meta ora possono tradurre in tempo reale le conversazioni

Le implicazioni etiche e legali di questa funzionalità sono profonde. Se da un lato il riconoscimento facciale potrebbe aprire a scenari utili in termini di sicurezza o accessibilità, dall’altro solleva timori concreti di sorveglianza non autorizzata, profilazione automatica e perdita del controllo sull’identità personale nello spazio pubblico. Esperimenti già condotti da ricercatori, come quello di due studenti di Harvard che hanno dimostrato come si possa adattare facilmente l’attuale generazione di Ray-Ban Meta per identificare sconosciuti in tempo reale.

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