Google sfida Starlink: internet grazie ai laser terresti, non dai satelliti
Il progetto di connettività basato su tecnologia laser esce dall'incubatore X di Alphabet e diventa una società indipendente con l'obiettivo di rivoluzionare l'accesso alla rete nelle zone remote

Taara, il progetto di connettività internet basato su laser sviluppato all’interno di X (l’incubatore di “moonshot” di Alphabet/Google), si prepara a spiccare il volo come società indipendente. La tecnologia, che utilizza fasci di luce per trasmettere dati, si propone come alternativa a Starlink di Elon Musk nella missione di portare internet nelle aree rurali e difficilmente raggiungibili.
Una tecnologia rivoluzionaria per la connettività globale
La soluzione sviluppata da Taara si basa su terminali delle dimensioni di un semaforo che trasmettono dati attraverso un raggio laser stretto, capaci di raggiungere velocità fino a 20 gigabit al secondo su distanze fino a 20 chilometri. Questi terminali possono essere installati su torri e rappresentano un’alternativa più rapida ed economica rispetto alla posa della fibra ottica, particolarmente vantaggiosa quando è necessario connettere isole, attraversare fiumi o raggiungere luoghi altrimenti inaccessibili.
“Possiamo offrire 10, se non 100 volte più larghezza di banda a un utente finale rispetto a una tipica antenna Starlink, e farlo a una frazione del costo”, ha dichiarato a Wired il fondatore Mahesh Krishnaswamy, evidenziando il vantaggio competitivo della tecnologia.
La società ha recentemente annunciato di aver miniaturizzato la propria tecnologia in un chip molto più compatto, che prevede di lanciare in un prodotto commerciale nel 2026. Attualmente, Taara opera in 12 paesi e ha già realizzato progetti significativi, dal collegamento della capitale della Repubblica Democratica del Congo al potenziamento della rete congestionata del festival Coachella 2024.
Strategie di crescita oltre la “membrana” di Alphabet

Secondo quanto riportato dal Financial Times, Alphabet manterrà una partecipazione di minoranza in Taara, che ha anche ottenuto finanziamenti da Series X Capital. Con un organico attuale di circa due dozzine di dipendenti, l’azienda si prepara a una fase di rapida espansione.
“Abbiamo compreso nel tempo che per un buon numero delle cose che creiamo, c’è un grande vantaggio nel posizionarsi appena al di fuori della membrana di Alphabet”, ha spiegato Eric “Astro” Teller, il cosiddetto “capitano dei moonshot” di X. “Saranno in grado di connettersi rapidamente al capitale di mercato, coinvolgere investitori strategici e generalmente scalare più velocemente in questo modo”.
La tecnologia di Taara ha origini in un altro progetto X chiamato Loon, che immaginava di distribuire dati sparando laser attraverso una rete di palloni a 32 chilometri di altezza. Nonostante Loon sia stato chiuso nel 2021 (appena tre anni dopo essere “uscito” dal programma moonshot di Alphabet), Krishnaswamy ha riproposto i laser di Loon nelle torri di Taara, dimostrando come l’innovazione possa evolversi e adattarsi anche dopo l’apparente fallimento di un progetto.
Curiosamente, la tecnologia ha trovato anche una terza casa in Aalyria, un altro spin-off che si concentra sul coordinamento di reti mesh satellitari e aeree, con il proprio progetto Tightbeam che sembra simile a Taara.


