La probabilità che nel 2182 l’asteroide Bennu entri in collisione con il nostro pianeta fa riflettere il mondo degli scienziati. Pur trattandosi di una percentuale all’apparenza minima, 0,037%, gli studiosi stanno analizzando le possibili conseguenze di questo fenomeno. Una ricerca pubblicata sulla rivista Science Advances ne anticipa i vari rischi e le possibili manovre preventive. Si tratta di un asteroide medio, largo circa 500 metri, che, però, potrebbe sprigionare un’energia in grado di alterare significativamente il clima e l’ambiente.
Secondo la classificazione della NASA, Bennu è stato catalogato come asteroide potenzialmente pericoloso e il suo avvicinamento al nostro pianeta è costantemente monitorato dal programma OSIRIS REx. Una delle conseguenze più allarmanti di un probabile impatto potrebbe essere l’immissione di una grande quantità di polvere e detriti nell’atmosfera, quantificabile in circa 400 milioni di tonnellate.
Gli scienziati hanno utilizzato un modello di simulazione all’avanguardia: CESMV2 (Community Earth System Model Version 2 ), dimostrando che l’immissione di una tale quantità di polvere atmosferica causerebbe un importante raffreddamento globale. Ciò provocherebbe una diminuzione della temperatura pari a circa 4°C.
![impatto asteroide Bennu](https://leganerd.com/wp-content/uploads/2025/02/impatto-asteroide-Bennu.jpg?width=800&height=450&quality=75)
I potenziali danni dell’impatto dell’asteroide Bennu sulla Terra
Il calo repentino di temperatura potrebbe determinare effetti negativi sulle attività dell’uomo, nonché sugli ecosistemi della natura. Gli studi, inoltre, rivelano che le precipitazioni globali diminuirebbero del 15%, pertanto le temperature più rigide e una minor disponibilità di acqua causerebbero gravi danni all’agricoltura. Tutto ciò inciderebbe negativamente sulla sicurezza alimentare degli esseri umani.
Le conseguenze di un simile impatto riguarderebbero anche gli ecosistemi, riducendo del 36% la capacità delle piante di tramutare l’energia solare in biomassa, mettendo a rischio il ciclo del carbonio e causando la diminuzione dell’ossigeno prodotto dalla fotosintesi.
Potremmo, inoltre, assistere a una diminuzione del 25% della produttività degli oceani, in particolare nel Pacifico Equatoriale e nell’Oceano Meridionale. In alcune zone potremmo, per assurdo, assistere a una crescita eccezionale di fitoplancton, in seguito al deposito di ferro derivante dai detriti dell’asteroide.