Il team di scienziati formato da Ryuki Hyodo, Gustavo Madeira e Hidenori Genda ha rivelato che gli anelli di Saturno sono molto resistenti al fenomeno di contaminazione da parte di micrometeoriti esogeni. Questo spiegherebbe l’aspetto giovanile degli anelli stessi, facendo presupporre che la loro formazione potrebbe coincidere con quella del Sistema Solare, avvenuta circa 4,5 miliardi di anni fa.
La nuova scoperta va attribuita ai ricercatori della School of Science dell’Università di Tokyo e dell’Institut de Physique du Globe de Paris. Viene sfatata così l’ipotesi che gli anelli di Saturno abbiano solo 400 milioni di anni, come è stato ipotizzato in precedenza. Nel momento in cui un micrometeorite colpisce le particelle di un anello a una velocità di 20 km/s, la violenza dell’impatto causa una vaporizzazione dello stesso, generando un plasma caldo (circa 10.000 °C).
Il materiale ionizzato viene espulso velocemente all’esterno degli anelli, contribuendo alla loro luminosità e purezza. Tale meccanismo suggerisce che l’aspetto degli stessi potrebbe essere illusorio, travisando la storia della loro origini.
![anelli di Saturno in una foto NASA](https://leganerd.com/wp-content/uploads/2025/02/anelli-di-Saturno-in-una-foto-NASA.jpg?width=800&height=450&quality=75)
Svelata la vera età degli anelli di Saturno: ecco cosa è stato scoperto
Le ispezioni della Sonda Cassini (NASA-ESA) hanno dimostrato che gli anelli di Saturno sono formati prevalentemente da ghiaccio d’acqua: circa il 99%. Questa particolare composizione ha fatto sì che, nel periodo compreso tra il 2010 e il 2020, le ricerche abbiano stimato un’età non superiore ai 400 milioni di anni, misurando il tempo necessario all’accumulo della polvere. Studi recenti hanno, però, contestato questo metodo.
Le nuove teorie affermano l’esistenza di meccanismi che ostacolano l’accumulo di micrometeoriti sugli anelli di Saturno, sottolineando che potrebbero essere più antichi di quanto si sia mai pensato e ipotizzando che siano vecchi quanto il Sistema Solare. Lo studio propone, dunque, un nuovo strumento per approfondire l’evoluzione e il meccanismo di formazione degli anelli di Saturno e di altri pianeti, aiutandoci a capire meglio la storia dell’intero Sistema Solare.