Grazie alla navicella spaziale Juno, siamo riusciti ad entrare in possesso di alcune immagini che possono dirci molto sulla natura di Io, una delle lune più grandi del pianeta Giove. Parliamo di un corpo celeste davvero molto particolare, la quale presenta più di 400 vulcani attivi sulla sua superficie. La navicella appartenente alla NASA ha quindi avuto modo di individuare uno dei punti più caldi presenti sulla luna del pianeta più grande del Sistema Solare.

Attraverso uno strumento denominato come JIRAM è riuscita a catturare un momento davvero particolare che possiamo del tutto associare ad un’eruzione vulcanica. Questa è risultata essere più potente di tutte le centrali elettriche presenti sul nostro pianeta. Scott Bolton, uno dei più grandi ricercatori della South Wester Research Institute di Sant’Antonio, ha quindi dichiarato come grazie a Juno si sia entrati in possesso di immagini che altrimenti non avremo mai potuto ottenere. Questo sarebbe inoltre un caso, poiché la sonda in questione era destinata ad esaminare il pianeta e non le sue lune.

punto caldo più grande del Lago Superiore della Terra

La luna di Giove protagonista dell’eruzione vulcanica più potente di sempre

I ricercatori in questione hanno quindi parlato dell’evento vulcanico più importante che si sia mai registrato all’interno del Sistema solare, un fatto che non va trascurato poiché potrebbe essere in qualche modo frutto di un surriscaldamento che non riguarda solo il nostro pianeta, ma tutta l’orbita ellittica riconducibile agli 8 pianeti che tutti noi conosciamo.

I laghi di lava sulla luna di Giove: le nuove scoperte di Juno della NASA I laghi di lava sulla luna di Giove: le nuove scoperte di Juno della NASA

Per alcuni scienziati, tutto quello che si verifica su Io sarebbe legato ad un aumento delle maree che potrebbero verificarsi su Giove e che quindi comportano una sorta di attrazione più o meno forte di questo satellite, il quale si ritrova vicino al pianeta ed è più soggetto alle sue alte temperature.

L’evento in questione è stato descritto come estremo e secondo un altro collaboratore dell’Istituto Nazionale di Astrofisica di Roma, Alessandro Mura, la luna in questione potrebbe rivelare delle importanti statistiche anche a livello sotterraneo. È stato poi deciso che la sonda tornerà verso su Io intorno al 3 Marzo, in maniera da ispezionare il corpo celeste e verificare la presenza di ulteriori cambiamenti sulla sua superficie.