Apple potrebbe essere pronta a riportare parte della sua produzione negli Stati Uniti, secondo quanto dichiarato dall’ex presidente Donald Trump alla vigilia della sua seconda inaugurazione. Trump ha rivelato di aver parlato con il CEO di Apple, Tim Cook, che gli avrebbe confermato l’intenzione di effettuare un “colossale investimento” sul territorio americano. Anche se i dettagli di questo investimento rimangono vaghi, potrebbe trattarsi della produzione locale di alcuni prodotti o del rientro di servizi che attualmente sono gestiti all’estero.

Una collaborazione già consolidata tra Cook e Trump

Questa non è la prima volta che Tim Cook collabora con Trump. Durante il primo mandato presidenziale, Cook faceva parte dell’American Workforce Policy Advisory Board, un’iniziativa volta a promuovere l’occupazione negli Stati Uniti. Inoltre, Cook ha donato personalmente 1 milione di dollari al fondo per l’inaugurazione del secondo mandato presidenziale di Trump, un gesto che ha suscitato critiche e interrogativi, così come le donazioni di altre aziende tecnologiche come Google, Meta e Amazon.

Questi contributi, che hanno attirato l’attenzione dei legislatori americani, sono probabilmente legati alla volontà di mantenere buoni rapporti con Trump, il quale ha implementato politiche economiche mirate alla protezione dell’industria statunitense, come l’imposizione di dazi su beni importati da paesi come la Cina. Una posizione favorevole con l’ex presidente potrebbe tradursi per Apple in esenzioni o altri vantaggi.

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Investimenti tecnologici negli USA: primi effetti di Trumpnomics?

Apple non è l’unica azienda a considerare un ritorno delle operazioni negli Stati Uniti. TSMC, il maggiore produttore di chip al mondo, sta spostando parte della sua produzione dagli stabilimenti di Taiwan e Cina verso gli USA. Anche SoftBank, un gigante giapponese, ha annunciato un investimento di 100 miliardi di dollari che dovrebbe generare 100.000 nuovi posti di lavoro. DAMAC, una società immobiliare degli Emirati Arabi, ha promesso 20 miliardi di dollari per la costruzione di data center. Nei mesi scorsi, abbiamo assistito al progressivo riavvicinamento tra il Big Tech e Donald Trump: da Amazon a Meta, passando per Apple: hanno tutte effettuato donazioni a sei zeri a sostegno della cerimonia di inaugurazione del Presidente neoeletto, che si è tenuta ieri.