Secondo uno studio condotto da un gruppo internazionale di ricercatori, i geni hanno un ruolo cruciale nella probabilità che gli esseri umani hanno di riscontrare la depressione. E proprio per questo motivo i ricercatori suggeriscono dei trattamenti personalizzati poiché basati sul corredo genetico di ogni persona.

I dati sono chiari: hanno individuato nuovi fattori di rischio genetici in tutte le principali popolazioni globali. Si può, quindi, prevedere il rischio di depressione tra diverse etnie. Lo studio è stato condotto su informazioni anonime appartenenti a oltre 5 milioni di persone.

Ci sono enormi lacune nella nostra comprensione della depressione clinica che limitano le opportunità di migliorare i risultati per le persone colpite. Studi più ampi e più rappresentativi a livello globale sono vitali per fornire le informazioni necessarie per sviluppare terapie nuove e migliori e prevenire la malattia in coloro che sono a più alto rischio di sviluppare la condizione.

psichiatra biologico Andrew McIntosh, dell’Università di Edimburgo

depressione e genetica

Il ruolo della genetica nella depressione: sperimentazioni e dati alla mano

Il confronto genetico è stato condotto sui dati di 688.808 persone con diagnosi di depressione maggiore e 4,3 milioni di persone senza diagnosi di depressione. Il tutto è stato svolto in 29 paesi, confrontando diverse etnie. Si tratta del più grande studio sulla depressione e la genetica.

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L’indagine indica quanto sia importante considerare la diversità genetica globale nella ricerca scientifica. Questo perché quasi un quarto dei partecipanti allo studio discendeva da antenati non europei e questo ha permesso di conoscere diverse varianti.

Ogni variante genetica influisce in maniera minima sul rischio di depressione, ma l’accumulo di più varianti può avere un effetto notevole. Tuttavia, la genetica risulta essere una parte del tutto: altri fattori come il sonno, l’alimentazione e lo stile di vita contribuiscono in questi termini.

Inoltre, hanno scoperto una connessione tra le varianti genetiche associate alla depressione e specifici neuroni cerebrali. Nello specifico, quelli eccitatori nell’ippocampo e nell’amigdala, zone fondamentali per le emozioni e per la memoria. Tale scoperta, oltre a chiarire i cambiamenti del cervello in caso di depressione, svela anche legami tra la depressione e altre condizioni neurologiche.