Il 2025 segna un anno cruciale per Replit, la startup che fornisce soluzioni AI per lo sviluppo di software, che nonostante un ridimensionamento del personale e il trasferimento della sede, ha moltiplicato di cinque volte i suoi ricavi grazie a una rivoluzione tecnologica. Al centro di questo successo c’è Agent, un tool lanciato a settembre capace di creare applicazioni software funzionali partendo da semplici istruzioni in linguaggio naturale.
Secondo il CEO Amjad Masad, Agent rappresenta il primo software agent su larga scala disponibile al mondo, un traguardo che pochi anni fa sembrava impossibile. A rendere possibile questa innovazione è stato il modello Claude 3.5 Sonnet di Anthropic, che ha stabilito nuovi record in valutazioni tecniche come SWE-bench.
Fin qui tutto bene, non fosse che il N.1 dell’azienda, , ha accompagnato l’annuncio dei traguardi di Replit con una dichiarazione apocalittica: “i programmatori tradizionali? Ormai non servono più”. E, in effetti, gli ultimi dati sull’occupazione del mercato statunitense sembrano indicare che non è l’unico manager a pensarla alla stessa maniera.
La programmazione alla portata di tutti
La visione di Replit va oltre i coder tradizionali. Masad sostiene che il futuro della programmazione appartenga ai non-esperti, persone che potranno sfruttare strumenti AI per risolvere problemi quotidiani con software personalizzati. Questo approccio democratizza la programmazione, riducendo drasticamente la barriera tecnica e permettendo a chiunque di creare soluzioni su misura.
L’obiettivo di Replit è chiaro: offrire un’esperienza che elimini ogni complessità. Mentre il modello Claude può essere utilizzato direttamente, gli utenti dovrebbero affrontare passaggi tecnici complessi come configurare server e installare software. Replit automatizza tutto ciò, rendendo la creazione di applicazioni tanto semplice quanto un clic.
Una nuova era per il coding?
Masad paragona questa rivoluzione all’abbandono di interfacce arcaiche come MS DOS a favore di sistemi più intuitivi come Windows. L’IA, con la sua capacità di comprendere il linguaggio naturale, rappresenta la prossima evoluzione, permettendo agli utenti di interagire con i computer in modo più diretto e umano.
Tuttavia, non mancano le critiche. Uno studio di Uplevel indica che l’uso di assistenti di codifica AI non ha migliorato la produttività degli sviluppatori, aumentando invece la quantità di bug nel codice. Lo stesso studio evidenzia il rischio che gli sviluppatori diventino troppo dipendenti da AI come ChatGPT e Gemini, con il rischio di peggiorare la qualità del loro lavoro.