Henry il 16 dicembre ha festeggiato ben 124 anni. Si tratta del coccodrillo più vecchio del mondo e si trova al Crocworld Conservation Centre di Scottburgh, in Sudafrica. Catturato nel Delta dell’Okavango nel 1903, ha abbia generato oltre 10.000 figli, pesa 700 kg e lungo 5 metri. Le sue dimensioni e il metabolismo lento gli ha permesso di essere protetto dalle minacce esterne.
Inoltre, la vita in cattività gli ha permesso di vivere così a lungo. Infatti è stato dimostrato che i rettili in buone condizioni di vita subiscono un deterioramento minimo dei muscoli, delle ossa e della risposta immunitaria. I coccodrilli si servono del calore del sole e dell’ambiente che li circonda poiché non generano calore. Questo sembra ridurre il deterioramento dei loro tessuti che si aggiunge alla loro capacità di conservare un alto livello di funzionamento per anni.
Lo stile di vita di Henry conferma la sua longevità. Un ambiente con una temperatura adeguata, un’alimentazione sana e le giuste cure ritardano molti problemi riscontrabili causati dall’invecchiamento.
Ricerche e approfondimenti sulla longevità dei coccodrilli
In una ricerca, gli scienziati hanno individuato un picco di globuli bianchi nel giro di un’ora dopo che un coccodrillo è stato esposto ad una minaccia batterica. Tale indagine dimostra la forza del sistema immunitario di questi esemplari. Le qualità antibatteriche presenti nel loro sangue limitano la diffusione di agenti patogeni pericolosi.
Hanno dimostrato, esaminando il loro microbioma intestinale, che un’armonia microbica protegge dalle infezioni, favorendo così longevità e resilienza in dure condizioni. Le comunità vicine possono utilizzare queste conoscenze per proteggere l’ambiente e scoprire innovazioni biomediche.
La storia di Henry dimostra l’importanza di tutelare gli animali anziani come risorse genetiche uniche. Per di più promuovendo la convivenza tra persone e fauna selvatica si sostiene la conservazione della biodiversità. Comprendere l’incrocio tra genetica, ambiente e simbiosi microbica può ispirare progressi nella prevenzione delle malattie negli animali e nell’uomo.