Un gruppo di ricercatori dell’Università di Rochester ha collaborato insieme ad altri scienziati, creando microlenti bioingegnerizzate ispirate totalmente alle proprietà naturali degli scheletri di vetro delle spugne marine. Le loro scoperte sono state poi pubblicate su PNAS e potrebbero portare allo sviluppo di sensori di immagini specializzati per applicazioni mediche ma anche di tipo commerciale.
Stando a quanto è emerso dallo studio, le spugne marine costruiscono i loro scheletri in silice, una sorta di biovetro che va ad unire proprietà leggere ad una durevolezza davvero molto importante. La struttura così tanto particolare ha portato poi i ricercatori a sviluppare delle microlenti sintetiche, utilizzando dei batteri ingegnerizzati con silicateina, che è un enzima responsabile della formazione di silice nelle spugne marine.
Gli scienziati sviluppano microlenti ispirate alle spugne marine
Sono lenti leggere che hanno delle importantissime proprietà di messa a fuoco della luce. “Questa ricerca è la prima a progettare proprietà di focalizzazione della luce nelle cellule batteriche e sono entusiasta di esplorare le diverse possibilità che il nostro lavoro ha aperto“. Queste le parole dichiarate dalla Professoressa Anne S. Meyer.
Le microlenti sono molto piccole, all’incirca di pochi micrometri, e richiedono delle tecniche di produzione piuttosto sofisticate che comportano delle condizioni estreme. I ricercatori hanno così utilizzato i batteri bioingenerizzati ed eliminato così la necessità di alte temperature o di pressioni.
I batteri ingegnerizzati hanno prodotto dei rivestimenti in vetro in condizioni normali, rendendo il processo da un punto di vista rispettoso verso l’ambiente e dall’altro un processo abbastanza economico. Il team di ricercatori ha anche sviluppato diverse tecniche di microscopia specializzate per poter misurare le capacità di focalizzazione della luce delle cellule batteriche rivestite di vetro. A differenza delle lenti tradizionali, le microlenti basate su batteri rimangono vive per diversi mesi e questo fa si che si adattino al loro ambiente, modificando le proprietà ottiche.