Le pulsar radio, ovvero stelle di neutroni che ruotano in modo rapido, sono degli oggetti ben studiati. Secondo i dati raccolti, ruoterebbero diverse volte al secondo o poche volte al minuto ed ogni loro rotazione andrebbe ad irradiare un impulso di onde radio. Da sempre è noto che le pulsar abbiano periodi di rotazione di pochi secondi, ad ogni modo nel 2022, alcuni astronomi hanno rilevato pulsazioni radio periodiche che si ripetevano in modo più lento, ovvero ogni 18 minuti.
Questi impulsi avrebbero oscurato tutto quello che si trovava nelle vicinanze, lampeggiando in modo piuttosto intenso per ben 3 mesi, salvo poi scomparire definitivamente. Questa sorgente è stata chiamata GLEAM-X J162759-5-523504. Successivamente, sono stati ritrovati altri nove radio transienti di lungo periodo. Ad oggi, gli astronomi grazie alle loro scoperte sembra siano riusciti a conoscere il motivo dei loro impulsi lenti. A parlare, attraverso un comunicato è stata la professoressa associata della Curtin University Natasha Hurley-Walker, che è anche la prima autrice di una ricerca che è stata pubblicata su The Astrophysical Journal Letters.
I ricercatori utilizzano il telescopio MeerKAT per individuare impulsi radio nello spazio
“I transienti di lungo periodo sono molto emozionanti e, affinché gli astronomi capiscano cosa sono, abbiamo bisogno di un’immagine ottica. Tuttavia, quando li guardi, ci sono così tante stelle che giacciono sulla loro strada che è come 2001: Odissea nello spazio. ‘Mio Dio, è pieno di stelle!'”. Questo quanto dichiarato dalla professoressa associata della Curtin University Natasha Hurley-Walker, prima autrice della nuova ricerca. Tutto questo ha condotto gli astronomi a guardare oltre le regioni più tranquille della galassia che si trovano nella costellazione della Poppa a circa 5 mila anni luce di distanza e nel farlo hanno utilizzato il Murchison Widefield Array nell’Australia Occidentale.
A catturare l’attenzione dei ricercatori è stata una nuova sorgente, ovvero la GLEAM X J0704-37 che mostrava impulsi di emissione radio della durata di un minuto che si ripetevano ogni 2,9 ore. I ricercatori, sono riusciti così ad individuare la posizione delle onde all’interno di una specifica stella, utilizzando un precursore SKA, il telescopio MeerKAT in Sudafrica.
Successivamente, insieme all’osservatorio SOAR in Cile, i ricercatori hanno determinato lo spettro della stella, ed hanno effettuato una scoperta davvero molto interessante ovvero una nana rossa, una stella più piccola chiamata M dwarf. “Una nana M da sola non potrebbe generare la quantità di energia che stiamo osservando”. Queste le parole di Hurley-Walker. Una nana rossa ed una bianca sono quindi in grado di generare un segnale radio.