Lanciato nel 2009 come WISE (Wide-field Infrared Survey Explorer) e successivamente ribattezzato come NEOWISE nel 2013, il telescopio spaziale ha trascorso oltre un decennio a tracciare il cielo notturno. La sua missione è quella di cercare e studiare gli oggetti più piccoli del nostro sistema solare: asteroidi e comete. Questi piccoli oggetti vicini alla Terra (NEO), hanno un mondo di informazioni da offrire nella continua ricerca della comprensione cosmica.
Nel corso dei suoi 15 anni di attività, NEOWISE ha avuto la rara opportunità di sondare ripetutamente le viste delle stesse regioni del cielo. In molti casi, una regione è stata studiata più di 220 volte. Questa esplorazione ripetitiva ha permesso agli astronomi di rintracciare e analizzare gli oggetti che hanno cambiato la loro luminosità o posizione. Joe Masiero, ricercatore presso l’IPAC e vice ricercatore principale della missione, ha espresso la sua gratitudine:
Essere in grado di osservare il cielo che cambia per quasi 15 anni ha aperto una nuova strada per la scienza nel dominio del tempo, per tutto, dagli asteroidi più vicini ai quasar più lontani.
Le scoperte del telescopio NEOWISE
Le scansioni di NEOWISE hanno fatto luce su intriganti oggetti celesti come le nane brune e hanno rivelato modelli in grandi popolazioni di comete. Uno dei suoi risultati significativi è stata la caratterizzazione di oltre 3.000 oggetti vicini alla Terra, equivalenti a circa il 10% della popolazione conosciuta. L’ultimo NEO osservato da NEOWISE, un individuo chiamato 2007 LV8, ha beneficiato di oltre 100 sguardi negli ultimi giorni dell’indagine, grazie al suo allineamento con il modello di scansione del telescopio.
Grazie alle scoperte di NEOWISE, è possibile avere un quadro più completo degli asteroidi e delle comete nelle vicinanze orbitali della Terra. I dati forniscono un modo unico per comprendere fattori come le dimensioni e il periodo di rotazione di questi NEO. I dati di WISE e NEOWISE contengono alcune delle immagini più straordinarie del nostro cielo a infrarossi, secondo Robert Hurt, IPAC Visualization Scientist.
Nel corso della missione originale WISE, più di 100 aree del cielo sono state evidenziate in rilasci di immagini pubbliche, ma queste sono solo una scheggia dell’indagine dell’intero cielo. Nella ricerca di aree celesti invisibili, il team ha sovrapposto le posizioni delle immagini precedenti alle mappe del cielo utilizzando i dati di WISE e di altre missioni.