Ogni anno, miliardi di veicoli in tutto il mondo perdono circa 6 milioni di tonnellate di frammenti di pneumatici. Queste minuscole scaglie di plastica, generate dall’usura della normale guida, alla fine si accumulano nel terreno, nei fiumi e nei laghi e persino nel nostro cibo. I ricercatori della Cina meridionale hanno recentemente trovato sostanze chimiche derivate da pneumatici nella maggior parte dei campioni di urina umana. Queste particelle di pneumatici contribuiscono in modo significativo all’inquinamento da microplastiche.
Rappresentano il 28% delle microplastiche che entrano nell’ambiente a livello globale. Nonostante l’entità del problema, le particelle di pneumatici sono passate inosservate. Spesso raggruppate con altre microplastiche, raramente vengono trattate come una categoria di inquinamento distinta, ma le loro caratteristiche uniche richiedono un approccio diverso. Abbiamo urgente bisogno di classificare le particelle di pneumatici come una categoria di inquinamento unica.
Il 30% delle microplastiche proviene da una fonte ignorata secondo uno studio
In un recente studio internazionale è stato scoperto che questo approccio avrebbe portato a una ricerca più mirata che avrebbe potuto informare le politiche specificamente progettate per mitigare l’inquinamento degli pneumatici. In questo momento, i policy makers si stanno incontrando in Corea del Sud per negoziare il primo trattato globale sull’inquinamento da plastica.
Sebbene questo accordo storico sia pronto ad affrontare molti aspetti dell’inquinamento da plastica, le particelle di pneumatici sono a malapena all’ordine del giorno. Dato il loro contributo significativo alle microplastiche, riconoscere l’inquinamento dei pneumatici come un problema unico potrebbe aiutare a sbloccare soluzioni mirate e sensibilizzare l’opinione pubblica. Le particelle di pneumatici tendono ad essere costituite da un complesso mix di gomme sintetiche e naturali, insieme a centinaia di additivi chimici.
Ciò significa che le conseguenze dell’inquinamento dei pneumatici possono essere inaspettate e di vasta portata. Ad esempio, l‘ossido di zinco rappresenta circa lo 0,7% del peso di uno pneumatico. Sebbene sia essenziale per rendere gli pneumatici più durevoli, l’ossido di zinco è altamente tossico per i pesci e altre forme di vita acquatica e sconvolge gli ecosistemi anche in tracce. Un altro additivo dannoso è una sostanza chimica nota come 6PPD, che protegge i pneumatici dalle crepe. Se esposto all’aria e all’acqua, si trasforma in 6PPD-chinone, un composto legato alla moria di massa dei pesci negli Stati Uniti.