Dopo decenni di ricerche, due team scientifici hanno finalmente identificato il gene responsabile del colore arancione nei gatti, spiegando anche perché la maggior parte dei gatti arancioni è maschio e quasi tutte le gatte calico (con uno specifico tipo di manto a tre colori)sono femmine. La scoperta, pubblicata su bioRxiv, ruota attorno a una mutazione sul cromosoma X che influenza la produzione di un pigmento rosso chiaro attraverso una proteina mai osservata prima in nessun altro animale.
Il ruolo del gene Arhgap36
Il gene Arhgap36, associato a cellule pigmentarie chiamate melanociti, produce una proteina che attiva una via molecolare responsabile del pigmento arancione. Scansionando un database di 188 genomi di gatti, i ricercatori hanno scoperto che ogni singolo gatto arancione, calico o tartarugato possedeva la stessa mutazione. In particolare, nei gatti calico, le regioni arancioni della pelle mostravano livelli più elevati di RNA Arhgap36 rispetto alle aree marroni o nere.
Un elemento unico di questa scoperta è che la mutazione, anziché inibire l’attività del gene come accade spesso, la potenzia. Il modello di inattivazione di Arhgap36 nei gatti calico e nei tartarugati è tipico di un gene sul cromosoma X,” afferma Carolyn Brown, genetista dell’Università della Columbia Britannica, che non ha partecipato a nessuno dei due studi. “Tuttavia, è insolito che una mutazione per delezione renda un gene più attivo, anziché meno. Probabilmente c’è qualcosa di speciale nei gatti.
Implicazioni e nuove domande
Leslie Lyons, genetista felina dell’Università del Missouri, ha descritto questa scoperta come una rivelazione attesa da tempo. Lyons sottolinea che il gene Arhgap36 potrebbe essere comparso per la prima volta in antichi gatti egizi, alcuni dei quali, secondo prove archeologiche, erano arancioni. La scoperta non solo amplia la nostra comprensione delle basi genetiche del colore del pelo nei gatti, ma suggerisce anche come l’ambiente possa influenzare l’espressione genica.