Il ddl Intelligenza Artificiale ha accumulato oltre 400 emendamenti: il disegno di legge è oggetto di dibattito parlamentare e attraverso cui Il Governo Meloni vuole imporre aggravanti per l’abuso di IA per alcuni reati (riciclaggio o truffa), misure per segnalare i contenuti sintetizzati dagli algoritmi e regole per l’utilizzo dei dati nella ricerca sanitaria. Il provvedimento assegna anche i compiti di sorveglianza nazionale sull’IA e stabilisce interventi di formazione a scuola ed in atenei universitari.
Il progetto di legge fortemente voluto da Fratelli d’Italia e negli emendamenti l’opposizione sta tentando di contrastare gli aspetti più criticati dalla normativa, come la scelta di affidare il controllo dei sistemi di Intelligenza Artificiale a due agenzie governative. Le proposte di modifica alla legge sono state estrapolate, ma per ora sono solo idee sul tavolo oggetto di discussione nelle aule parlamentari.
Il Partito Democratico ha proposto l’articolo 21 bis per provvedere all’istituzione di un fondo da 200 milioni per il triennio 2025-2027 per il trasferimento tecnologico nel campo dell’Intelligenza Artificiale, coinvolgendo università e centri di ricerca. Inoltre, il PD propone di allocare 400 milioni per un fondo denominato “Intelligenza Naturale”. La finalità è quella di ridurre le disuguaglianze e tutelare la riconversione dei lavoratori che si trovano a rischio di sostituzione. L’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (Anpal) deve puntare alla gestione delle risorse finanziarie attraverso corsi di formazione certificati.
Sicurezza delle informazioni e dei dati
Per tutti l’Intelligenza Artificiale deve essere disciplinata dallo Stato, così come i data center su cui i sistemi girano. Se l’opposizione contempla il ricorso a impianti nel territorio comunitario, Fratelli d’Italia chiede che si trovino i backup, mentre la Lega ricomprende anche la NATO.
Marton del Movimento pentastellato propone una rettifica che espliciti il divieto di utilizzare l’Intelligenza Artificiale in campo militare per scopi offensivi. Le Forze Armate possono ricorrere all’Intelligenza Artificiale solo “scopi puramente difensivi e di protezione delle infrastrutture critiche”.