Mark Zuckerberg, CEO di Meta, ha cenato mercoledì a Mar-a-Lago con il Presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump. L’incontro, confermato da un portavoce di Meta. Il 5 novembre, Donald Trump ha vinto le elezioni statunitensi e i colossi dell’innovazione si stanno riposizionando di conseguenza.
Un importante segnale di distensione dei rapporti
Secondo Andy Stone, portavoce di Meta, la cena ha offerto a Zuckerberg l’opportunità di dialogare con Donald Trump e il suo team sulla strategia della prossima amministrazione. “È un momento cruciale per il futuro dell’innovazione americana,” ha dichiarato Stone, sottolineando la gratitudine di Zuckerberg per l’invito.
L’incontro potrebbe segnare un cambiamento nei rapporti tra Trump e Zuckerberg. In passato, Trump aveva espresso posizioni fortemente critiche nei confronti del CEO di Meta, accusandolo di interferenze nelle elezioni presidenziali del 2020 attraverso Facebook e per le sue donazioni a favore delle iniziative di voto via posta. Tuttavia, questa cena potrebbe indicare una volontà di dialogo e collaborazione da entrambe le parti.
Questa volta Zuckerberg è rimasto in panchina
Rispetto alle precedenti elezioni, Zuckerberg ha cercato di mantenere un profilo basso, evitando dichiarazioni eccessivamente polarizzanti e di intervenire su temi di attualità politica. Questo approccio mite e calcolato è stato interrotto solo di recente, quando, durante un’intervista, Zuckerberg non ha trattenuto l’entusiasmo per il modo in cui Trump ha reagito nei momenti immediatamente successivi al tentativo di assassinarlo: “è stato uno degli episodi più incredibili che abbia mai visto.”
Dopo la vittoria di Trump alle elezioni presidenziali del 2024, Zuckerberg è stato uno dei imprenditori a congratularsi con lui, esprimendo su Threads il desiderio di collaborare con la nuova amministrazione.
Resta da vedere se questo incontro porterà a una collaborazione concreta o se si rivelerà un semplice gesto diplomatico. Recentemente, anche Trump in più occasioni ha dato segnali di non voler “vendicarsi” delle aziende che fino a non troppo fa definiva apertamente nemiche del suo movimento politico.