In Australia lo Stato si sostituirà presto ai genitori, quantomeno quando si parla di sicurezza online. Il governo è ad un passo da approvare una ambiziosa legge che vieterà l’uso dei social network a tutti i minori di sedici anni. Diventerebbe così il primo Paese ad imporre un limite d’età così draconiano: molti altri Paesi prevedono il requisito di avere almeno 13 anni.

Proteggere i giovani dai contenuti pericolosi

Il primo ministro Anthony Albanese ha spiegato che il governo sta testando un sistema di verifica dell’età per impedire ai bambini di accedere alle piattaforme social. Tra le proposte più severe al mondo, il provvedimento non prevede eccezioni per il consenso dei genitori né per gli account già esistenti.

La Norvegia vieterà tutti i social ai minori di 15 anni La Norvegia vieterà tutti i social ai minori di 15 anni

Albanese ha sottolineato i pericoli per la salute fisica e mentale dei ragazzi derivanti dall’uso eccessivo dei social, con particolare riferimento ai rischi per le ragazze, esposte a contenuti legati all’immagine corporea, e per i ragazzi, spesso esposti a messaggi misogini. “Se sei un ragazzo di 14 anni e ricevi certi messaggi in un momento delicato della crescita, può essere davvero difficile,” ha dichiarato Albanese, aggiungendo che il governo intende “ascoltare e poi agire” per tutelare i giovani.

Per usare Instagram bisognerà verificare l’età

Il piano australiano rappresenta una delle iniziative legislative più rigorose mai proposte. Nessuna nazione ha finora adottato metodi di verifica dell’età, come il riconoscimento facciale, per impedire l’accesso ai social ai minori. Tra le piattaforme che rientreranno nella nuova normativa figurano Instagram e Facebook di Meta, TikTok di ByteDance, X di Elon Musk e probabilmente anche YouTube di Alphabet.

La proposta di legge, che ha già ricevuto il sostegno dell’opposizione, sarà introdotta in Parlamento entro l’anno e, una volta approvata, entrerà in vigore dodici mesi dopo. “Sarà responsabilità delle piattaforme dimostrare di adottare misure ragionevoli per bloccare l’accesso ai minori,” ha chiarito il primo ministro.