Una scoperta sensazionale lascia senza parole gli astronomi. Osservando la costellazione del Cigno, si è scoperto un buco nero a circa 7.800 anni luce dalla Terra, un evento senza precedenti. Ma questo buco nero a quanto pare non è da solo: si tratterebbe di un sistema di buchi neri “trinari”: il sistema, chiamato V404 Cygni, comprende un buco nero che orbita attorno a una stella in un ciclo di 6,5 giorni e un terzo oggetto, una stella che si muove in un’orbita ampia di circa 70.000 anni.

Cosa significa tutto ciò? Che viene messo in discussione il modello tradizionale di formazione dei buchi neri, di cui si è sempre dato per scontato l’esplosione di una supernova. E se invece non fosse così?

Ecco che cosa rivela la scoperta dei buchi neri “trinari”

Secondo i dati raccolti dalla missione Gaia dell’Agenzia Spaziale Europea, la stella lontana e V404 Cygni si muovono nella stessa direzione e alla stessa velocità, quindi si pensa ad un legame gravitazionale. Questo sistema trino sicuramente offre nuovi spunti per capire come si formano i buchi neri, poiché se alla base ci fosse un’esplosione di supernova, questa dovrebbe aver spezzato la connessione gravitazionale tra gli oggetti.

Scoperto uno sciame di oltre 100 buchi neri nella Via Lattea Scoperto uno sciame di oltre 100 buchi neri nella Via Lattea

I ricercatori hanno in merito condotto simulazioni indicando come sia più probabile che i tre oggetti fossero già legati gravitazionalmente, prima della costituzione del buco nero, traendo la conclusione che la creazione sia avvenuta tramite un “collasso diretto” e non un’esplosione come si sarebbe pensato prima. Questo supporta l’idea che il collasso diretto possa essere un meccanismo valido per formare buchi neri, soprattutto in situazioni ardue da spiegare con il modello della supernova. La scoperta di V404 Cygni ci suggerisce anche che esistano altri sistemi trinari simili, e questo fatto apre nuove strade per la comprensione della formazione dei buchi neri e delle loro evoluzioni.

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