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“Le AI ora sono affidabili, ma la bolla sta per esplodere”, parla il CEO di Baidu

Secondo il N.1 di Baidu, la crescita esponenziale del settore AI ricorda troppo da vicino quella delle dotcom degli anni 90. "Quando esploderà la bolla, non se, il 99% delle aziende andrà in bancarotta".

“Le AI ora sono affidabili, ma la bolla sta per esplodere”, parla il CEO di Baidu

Robin Li, CEO di Baidu, ha affermato che le “allucinazioni” prodotte dai modelli di intelligenza artificiale generativa non rappresentano più un problema significativo, e ha previsto un’imminente crisi che potrebbe portare al crollo di molte startup AI. Secondo Li, il settore dell’AI sta vivendo una fase di crescita esponenziale simile alla bolla delle dot-com degli anni ’90, il cui destino è stato segnato da un drastico ridimensionamento.

Intervenendo la scorsa settimana alla Harvard Business Review Future of Business Conference, il CEO di Baidu ha dichiarato: “Il cambiamento più rilevante che abbiamo visto negli ultimi 18-20 mesi è la precisione delle risposte fornite dai modelli linguistici di grande scala”. Li ha sottolineato che, grazie ai progressi compiuti, “il problema è stato pressoché risolto: quando si parla con un chatbot basato su un modello all’avanguardia, si può sostanzialmente fidarsi della risposta”.

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Una bolla pronta a scoppiare?

Robin Li ha poi descritto l’attuale fase di sviluppo dell’intelligenza artificiale come un’inevitabile “bolla”, simile a quella delle società Internet che nel decennio scorso si sono espanse rapidamente per poi scomparire nel nulla. Solo una minima percentuale delle aziende, secondo Li, riuscirà a emergere dalla crisi, creando un impatto duraturo e positivo per la società. “Probabilmente sarà l’uno per cento delle aziende a distinguersi, creando un enorme valore per la collettività. Siamo semplicemente all’inizio di questo processo”, ha spiegato.

Il CEO ha anche riflettuto sull’impatto a lungo termine dell’AI sui posti di lavoro, affermando che serviranno dai 10 ai 30 anni prima che la tecnologia inizi a sostituire in maniera significativa l’occupazione umana. “Le aziende, le organizzazioni, i governi e le persone comuni devono prepararsi per questo tipo di cambiamento di paradigma”, ha avvertito.

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