La piattaforma X, precedentemente conosciuta come Twitter, afferma di non tollerare la diffusione di nudità non consensuale, ma un recente studio rivela una realtà diversa. Secondo la ricerca, X sembra essere più rapida nel rimuovere contenuti intimi non consensuali — spesso chiamati revenge porn o NCII (immagini intime non consensuali) — se questi vengono segnalati attraverso una richiesta di rimozione basata sul Digital Millennium Copyright Act (DMCA). Al contrario, usare lo strumento interno specificatamente pensato per l’NCII non porterebbe quasi mai a risultati apprezzabili.
Lo studio, non ancora sottoposto a revisione paritaria e pubblicato in versione pre-print, è stato condotto dai ricercatori dell’Università del Michigan, che hanno voluto verificare quanto sia difficile per le vittime ottenere la rimozione di contenuti NCII dalla piattaforma. Per fare ciò, hanno creato due gruppi di account su X, utilizzando immagini generate con intelligenza artificiale raffiguranti “donne bianche apparentemente tra i 20 e i 30 anni” in pose di nudità dalla vita in su, includendo il volto.
Dei 50 contenuti pubblicati, la metà è stata segnalata attraverso la politica interna di X sulla nudità non consensuale, mentre l’altra metà è stata oggetto di una richiesta di rimozione tramite il DMCA. I ricercatori hanno dato a X fino a tre settimane per rimuovere il contenuto, utilizzando ciascuno dei due meccanismi di segnalazione. La differenza nei tempi di risposta è stata “netta”: il meccanismo del DMCA ha portato alla rimozione di tutte le 25 immagini entro 25 ore e alla sospensione temporanea di tutti gli account coinvolti. Al contrario, le segnalazioni per revenge porn non hanno avuto alcun riscontro.
Non è un problema di poco conto. Intanto perché presentare una richiesta per violazione del DMCA non è immediato, richiede una conoscenza della materia e spesso ha dei costi significativi. Le immagini devono effettivamente essere protette dal diritto d’autore e questo ovviamente non vale per tutte le vittime di revenge porn.
Quasi sempre, perché una richiesta DMCA abbia successo è necessario rivolgersi ad agenzie o studi legali specializzati in questa materia. Ne consegue, che il processo ha costi onerosi che potrebbero risultare eccessivi per molte vittime.
Nel frattempo, X sostiene di prendere molto seriamente la nudità non consensuale. Nel suo ultimo rapporto, X dichiara di aver rimosso oltre 150mila immagini di questo tipo, prendendo azioni contro oltre 50mila account.