Chi erano i primi vertebrati volanti e quale mistero è legato a questi animali? A rispondere a tale domanda sono stati i ricercatori dell’Università di Leicester, protagonisti di uno studio pubblicato su Current Biology. Nello specifico, questi studiosi hanno studiato i primi veri vertebrati volanti, ovvero i pterosauri, attraverso i loro piedi e le loro mani. E proprio secondo tale studio la capacità di questi particolari animali di “muoversi sul terreno” è limitata.
Ciò significa che la mancanza di indagini sui loro piedi e sulle mani è da considerare piuttosto importante “considerando il ruolo fondamentale che svolgono nella locomozione“. Esaminare le mani e i piedi dei pterosauri ha permesso ai ricercatori, attraverso questo studio, di dimostrare che la chiave per comprendere questi animali è legata alla loro capacità di rimanere a terra.
Il lavoro svolto dai ricercatori e la scoperta effettuata
Secondo gli studiosi questi animali hanno raggiunto dimensioni incredibili, tanto da poter essere considerati i primi tra gli animali volanti. Ma occorre precisare che queste creature sono state in grado di raggiungere tali enormi dimensioni solamente perché riuscivano a camminare bene. I ricercatori hanno dichiarato:
Questa transizione ha segnato l’emergere di una capacità terrestre competente negli pterosauri, innescando una diversificazione drammatica delle ecologie alimentari.
Come hanno lavorato i ricercatori? Questi hanno raccolto “64 taxa, rappresentanti 18/20 principali gruppi di pterosauri“. E l’analisi effettuata ha permesso loro di scoprire importanti diversità nelle mani e nei piedi La loro apertura alare era molto ben estesa già prima del Giurassico medio ma durante questo periodo le loro capacità terrestri sono cambiate in modo piuttosto significativo. I ricercatori dopo aver esaminato mani e piedi dei pterosauri sono arrivati alla conclusione che occorre assolutamente acquisire una maggiore comprensione “delle loro ecologie non aeree” oltre a quella che era la loro capacità di volo.