Si sta tanto parlando nel corso degli ultimi giorni di quanto emerso da una ricerca effettuata esattamente dai ricercatori del Lawrence Livermore National Laboratory, indicato con la sigla LLNL, insieme al Georgia Institute of Technology. La ricerca in questione, pubblicata sulla celebre rivista Journal of the American Chemical Society ha permesso di scoprire in che modo è possibile migliorare l’efficienza e la durata dei sistemi di cattura della CO2.

L’autore oltre che principale ricercatore del progetto ovvero Simon Pang è intervenuto sulla questione rivelando che tale studio sottolinea in modo particolare la grande importanza di “considerare tutti i componenti atmosferici nella progettazione di processi e materiali DAC”. E i risultati ottenuti, ha proseguito lo studioso, in futuro potranno rivelarsi di fondamentale importanza nello sviluppo di determinati sorbenti di nuova generazione e con maggiore durata. In questo modo sarà quindi possibile contribuire a delle soluzioni più efficienti e allo stesso tempo convenienti di cattura del carbonio.

Il lavoro svolto dai ricercatori

I ricercatori hanno posto la loro attenzione, nella ricerca, sullo studio del ruolo irrisolto della CO2 nel corso del processo di degradazione ossidativa di tali sorbenti. E proprio la ricerca, ha confermato l’autore principale del documento ovvero Sichi Li, mette bene in evidenza quello che il duplice ruolo svolto dalla CO2 proprio durante il processo di ossidazione. Infatti la CO2 da una parte agisce catalizzando reazioni di ossidazioni critiche. Mentre invece dall’altra parte agisce riducendo la mobilità di quelle che vengono definite ramificazioni polimeriche.

Gli scienziati generano combustibile solare liquido dall’anidride carbonica Gli scienziati generano combustibile solare liquido dall’anidride carbonica

Questi effetti diversi e contrastanti tra di loro, secondo Sichi Li, sono da considerare di notevole importanza per poter comprendere i profili di degradazione piuttosto complessi che i ricercatori hanno avuto modo di osservare. Lo studio in questione desidera quindi offrire delle implicazioni piuttosto pratiche per quello che è il futuro della particolare tecnologia di cui abbiamo parlato in precedenza ovvero la tecnologia DAC.