Ha avuto inizio durante la pandemia da Covid 19 ed è proseguito anche dopo il lockdown fino ad oggi. Di cosa stiamo parlando? Dello smart working o lavoro da casa. Molte persone infatti continuano a lavorare da remoto e a partecipare a delle riunioni o eventi tramite PC, e di preciso accedendo a delle piattaforme di videoconferenza. Molti si saranno domandati nel tempo se però trascorrere molte ore davanti allo schermo di un computer sia benefico o meno per la nostra salute, ed ecco che la risposta a tale domanda è no.
Infatti, trascorrere diverse ore della giornata in videochiamata può provocare non solo una stanchezza fisica ma anche cognitiva ed emotiva. Un fenomeno indicato con l’espressione “affaticamento da videoconferenza” o VF. I ricercatori di Singapore hanno però posto la loro attenzione su un altro dettaglio. Si sono infatti domandati se tra la stanchezza da videoconferenza e gli sfondi virtuali vi sia una relazione o no.
La scoperta dei ricercatori
Il coautore dello studio Heng Zhang è intervenuto sulla questione rivelando che grazie allo studio, pubblicato su Frontiers in Psychology, è stato possibile dimostrare che l’utilizzo di sfondi virtuali può favorire la comparsa del fenomeno menzionato in precedenza ovvero la VF. Il ricercatore ha svelato inoltre che gli utenti che sono soliti utilizzare degli sfondi virtuali video hanno maggiore possibilità di sviluppare livelli di VF più alti rispetto a coloro che invece utilizzano sfondi virtuali sfocati oppure immagini.
Per poter dimostrare tutto ciò, i ricercatori hanno posto sotto esame più di 600 persone, di età compresa tra 26 e 76 anni impegnati nel lavoro da casa per 3 giorni a settimana. Ai partecipanti è stato chiesto se utilizzavano degli sfondi virtuali e che tipologia. Bene, lo studio ha permesso di evidenziare un livello di VF maggiore in coloro che utilizzavano sfondi video o sfondi sfocati. Al contrario, coloro che usavano immagini statiche hanno sviluppato un livello di VF inferiore.