Su Marte sono state ritrovate delle strutture estremamente particolari e misteriose e la loro natura resta ancora un grande mistero. Lo stesso processo di mappatura suggerisce, inoltre, che il più grande vulcano di tutto il sistema solare, Olympus Mons, potrebbe diventare addirittura più grande.

Grazie alla presenza di numerosi satelliti in orbita attorno a Marte, è possibile rilevare variazioni locali nella gravità di Marte. Il Dottor Bart Root dell’Università di Tecnologia di Delft ha presentato i risultati di un’analisi di questi movimenti all’Europlanet Science Congress, tenutosi a Berlino la scorsa settimana.

Queste strutture dense potrebbero essere di origine vulcanica o potrebbero essere materiale compattato a causa di impatti antichi. Ci sono circa 20 caratteristiche di varie dimensioni che abbiamo identificato punteggiate intorno all’area che circonda il cappuccio polare settentrionale, una delle quali assomiglia alla forma di un cane. Sembra che non ci sia traccia di loro in superficie. Tuttavia, attraverso i dati di gravità, abbiamo uno sguardo allettante nella storia più antica dell’emisfero settentrionale di Marte.

Root

I risultati relativi alle variazioni nella gravità

Le strutture misteriose sono sostanzialmente più dense delle posizioni che le circondano, con una differenza di circa 300-400 chili per metro cubo. A tal proposito, Root e colleghi hanno scritto:

Se queste strutture sono interpretate come crateri da impatto, ciò suggerirebbe una più antica età della crosta dell’emisfero settentrionale di Marte di quella che è ora considerata.

Un’altra caratteristica particolare, presentata da Root, arriva da Tharsis Rise, ovvero la parte di Marte maggiormente in contrasto con le pianure polari. L’area di Tharsis presenta un puzzle sotto forma di una debole regione di gravità che la circonda. Questo è il risultato di un’ampia area a bassa densità, ma i vulcani stessi sono l’opposto.

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Inoltre, Root e colleghi pensano che in profondità all’interno di Marte ci sia una tasca a bassa densità di 1.600 chilometri di diametro. L’area radice identificata è solo leggermente meno densa di ciò che la circonda e rappresenta una deviazione molto più piccola rispetto alle strutture polari, però la sua area è molto più grande e ha uno spessore di 350 chilometri. I vulcanologi non hanno mai pensato che Marte sia ancora vulcanicamente attivo, ma ci sono sempre più indizi che suggeriscono che questa teoria possa essere vera.

La missione InSight della NASA ci ha fornito nuove informazioni vitali sul duro strato esterno di Marte. Ciò significa che dobbiamo ripensare a come comprendiamo il supporto per il vulcano Olympus Mons e i suoi dintorni. Dimostra che Marte potrebbe ancora avere movimenti attivi al suo interno, colpendo e forse creando nuove caratteristiche vulcaniche sulla superficie.

Root

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