Qualcosa di veramente incredibile è stata scoperto di recente grazie ai telescopi Hubble e Chandra. Stiamo nello specifico parlando di due buchi neri supermassicci distanti tra di loro solo 300 anni luce. Per altri scopi tale distanza potrebbe essere considerata piuttosto elevata ma non è questo il caso, infatti per due colossi come questi tale separazione viene considerata la più ridotta mai registrata prima di adesso. Questa rappresenta quindi un’ottima opportunità per poter studiare cosa accade realmente quando due grandi buchi neri come questi si avvicinano tra di loro.
Ma, cosa sappiamo esattamente su questi due buchi neri? Questi sono nuclei galattici attivi, indicati con la sigla AGN, che si trovavano al centro di due galassie durante la fase di fusione. Per poter raccogliere quanti più dati possibili i ricercatori, come già affermato in precedenza, si sono serviti di due telescopi spaziali ovvero Hubble e Chandra. Il primo è riuscito a rilevare la presenza di una quantità piuttosto elevata di gas incandescente in una piccolissima regione di Spazio. La zona in questione è stata poi osservata con raggi X, e proprio tale analisi e i dati raccolti dall’altro telescopio spaziale ovvero Chandra hanno permesso di identificare due sorgenti ben distinte.
Il commento degli esperti
Sulla scoperta effettuata si è espressa la Dott.ssa Anna Trindade Falcão dell’Harvard and Smithsonian Center for Astrophysics che tramite una dichiarazione ha rivelato l’osservazione della galassia MCG-03-34-64 tramite i raggi X ha permesso di scoprire due sorgenti, tra di loro separate e allo stesso tempo potenti la cui emissione ad alta energia era coincidente con i ” punti luminosi ottici visti con Hubble“.
I dati in questione sono stati uniti e analizzati, e proprio tale analisi ha permesso agli studiosi di poter scoprire che molto probabilmente ciò che stavano osservando altro non erano che “due buchi neri supermassicci ravvicinati”. Molto importante è inoltre precisare che il telescopio spaziale Hubble è riuscito a rilevare la presenza di una terza fonte di luce brillante appartenente al nucleo di MCG-03-34-64. Ma in nessun modo è stato possibile scoprire di cosa si sta parlando.