Giovedì OpenAI ha annunciato il lancio di un nuovo prototipo di motore di ricerca alimentato da intelligenza artificiale chiamato SearchGPT. Questa mossa segna l’ingresso dell’azienda in un mercato dei motori di ricerca non solo estremamente competitivo, ma giudicato ormai da diversi anni pressoché inespugnabile a causa della posizione più che dominante di Google.
Sul suo sito web, OpenAI descrive SearchGPT come “un prototipo che offre nuove funzionalità di ricerca AI in grado di offrire risposte rapide e tempestive con fonti chiare e pertinenti.” Durante questo periodo di prova, l’azienda metterà il motore di ricerca a disposizione di un numero limitato di utenti – circa 10mila -, per poi integrarlo all’interno di ChatGPT dopo aver raccolto i feedback necessari.
Motori di ricerca e AI: la ricetta per il disastro?
Google, il motore di ricerca più usato a livello mondiale, ha recentemente iniziato a integrare capacità AI nella sua piattaforma. Anche altre startup, come Perplexity stanno cercando di sfidare Google sfruttando le potenzialità delle IA.
L’integrazione delle IA all’interno dei motori di ricerca non è una novità in senso assoluto. Il debutto di AI Overviews di Google era andato malissimo, con l’IA che aveva più volte mostrato agli utenti informazioni false, sgangherate o potenzialmente pericolose. Ad esempio, in alcuni casi aveva suggerito agli utenti di integrare le rocce nella loro dieta.
Le allucinazioni – come vengono chiamati questi errori – sono un problema ricorrente e forse insormontabile che è comune alle IA generative. Lo scorso mese, Perplexity è stata criticata per aver riassunto alcuni articoli di Forbes e Wired senza un’adeguata attribuzione o backlink alle pubblicazioni.
OpenAI ha spiegato che il suo prototipo è stato sviluppato in collaborazione con varie organizzazioni di notizie e include citazioni dei CEO di The Atlantic e News Corp, due dei molti editori con cui OpenAI ha stipulato accordi di licenza.
Come funzione SearchGPT, il motore di ricerca di OpenAI
“SearchGPT è progettato per aiutare gli utenti a connettersi con gli editori citandoli e collegandoli in modo prominente nelle ricerche,” afferma il post sul blog di OpenAI. “Le risposte citano in modo chiaro il nome della fonte, linkando il contenuto originale. In questo modo gli utenti sanno da dove provengono le informazioni e possono interagire con una barra laterale per ottenere ulteriori risultati”.
Gli editori potranno personalizzare il modo in cui i loro contenuti vengono mostrati e citati all’interno di SearchGPT. Sarà anche possibile scegliere di essere indicizzati dal motore di ricerca, ma non consentire l’uso dei propri contenuti per addestrare le future versioni dell’IA.
L’interfaccia di SearchGPT presenta una casella di testo interattiva. “Costa stai cercando?“, si legge nella parte superiore della schermata. A differenza dei motori di ricerca tradizionali, SearchGPT non si limita a mostrare un elenco sconfinato di link, ma ordina i risultati fornendo brevi descrizioni e immagini.