Una recente scoperta ha lasciato gli scienziati senza parole. Esattamente stiamo parlando dell’inspiegabile ossigeno oscuro presente sul fondo dell’oceano. Questo particolare ossigeno molecolare si crea senza l’intervento di nessuna forma di vita, ma al contrario grazie ad una reazione chimica. Si tratta quindi di una scoperta del tutto inaspettata che pone fine all’idea secondo la quale per poter produrre ossigeno di cui necessitiamo per poter respirare servono degli organismi fotosintetizzanti.
Ad effettuare questa incredibile e allo stesso tempo sorprendente scoperta è stato Andrew Sweetman della Scottish Association for Marine Science (SAMS) insieme ai colleghi, proprio mentre stavano controllando i livelli di ossigeno presenti sui fondali marini.
Una scoperta che ha lasciato un po’ tutti senza parole e che ha portato anche lo scienziato marino del SAMS, ovvero Nicholas Owens, ad intervenire nonostante non sia coinvolto in tale ricerca. Lo scienziato ha infatti voluto precisare che la scoperta secondo la quale la produzione di ossigeno può avvenire tramite un processo fotosintetico ci porta a dover riesaminare anche il modo in cui l’evoluzione della vita sul Pianeta potrebbe avere avuto origine.
Alcune informazioni sulla ricerca
L’Oceano Pacifico è ricco nel suo fondale di rocce nere ed arrotondate. Alla profondità di 4.000 metri e più i livelli di ossigeno tendono ad aumentare in modo non veloce ma allo stesso tempo spietato. E proprio tali dati hanno destato parecchi dubbi negli scienziati che convinti che i sensori utilizzati fossero difettosi hanno effettuato diversi studi negli anni che però hanno sempre prodotto gli stessi risultati.
Hanno quindi decido di adottare “un metodo di backup” che non prevedeva l’utilizzo di sensori optoelettronici fino a quel momento usati. I risultati ottenuti sono stati gli stessi e quindi gli scienziati hanno capito di aver effettuato una nuova e sorprendente scoperta. Per poter indagare sulla questione hanno quindi raccolto alcune di queste rocce nodulari e hanno scoperto che singoli noduli polimetallici sono in grado di produrre tensioni fino a 0,95 V.
Ciò significa che in gruppo sono in grado di raggiungere 1,5 V e tramite una reazione di elettrosi possono essere in grado di separare l’ossigeno dall’acqua. Secondo Northwestern quella scoperta è una “geobatteria naturale“, attualmente l’unica valida spiegazione alla produzione di ossigeno scuro nei fondali oceanici.